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      Alessandrini: per Nuova Pescara servono dimissioni in blocco e commissario

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      Intervista ad Erika Alessandrini, capogruppo consiliare a Pescara con il M5s, presidente della Prima commissione Nuova Pescara e candidato sindaco alle ultime elezioni comunali di Pescara. Da sempre in prima linea nella lotta per il rispetto dell’esito referendario e della Legge regionale istitutiva di Nuova Pescara – l’unione di Pescara, Spoltore e Montesilvano – Alessandrini ha votato contro lo spostamento della fusione dal primo gennaio 2023 al primo gennaio 2024. E con lei il blocco M5s.

      I tre consigli comunali hanno deciso, a maggioranza di due terzi, di posticipare di un anno la nascita di Nuova Pescara: un anno guadagnato o perso?
      “A distanza di 5 anni dall’approvazione della Legge Regionale, lo stato della fusione è purtroppo talmente embrionale, per non dire inesistente, per cui un ulteriore anno a disposizione di chi non ha voluto fare nulla fino ad ora servirà a ben poco. Nel Consiglio comunale di Pescara, il gruppo del Movimento 5 Stelle è stato l’unico a votare in modo contrario: concedere ulteriori margini a chi li userà per dilatare ulteriormente i tempi, magari con la complicità della Regione che sposterà la data nella fusione al 2027 e oltre, è dannoso per il processo di costituzione della Nuova Pescara e per tutti noi.
      Il Governo centrale ha messo a disposizione per il 2023 ben 5 milioni di euro e negli anni successivi 10 milioni di euro all’anno per il supporto al processo di fusione di Nuova Pescara e c’è il rischio che quei soldi potrebbero diventare una torta che la vecchia politica utilizzerà più per gli appetiti elettorali che per sostenere realmente il processo di fusione. Proprio per la presenza di queste notevoli risorse l’azione di un commissario esterno, nominato tra le migliori figure del panorama italiano, avrebbe garantito – meglio di ogni altra soluzione – la riuscita del processo. Così come la storia ci insegna, avvenne anche per la nascita della grande Parigi con la nomina a commissario del barone Haussmann che governò sia il processo amministrativo che quello visionario del masterplan e rinnovò l’intera città modernizzandola con un sistema viario e di monumenti ancora oggi innovativo ed efficiente”.

      Il consiglio di Spoltore, facendo una figuraccia, si è preso un supplemento di più di 12 giorni per votare il rinvio: aspettava, forse, che la Regione si muovesse, con un emendamento o altro, per posticipare la fusione al 2027?
      “Non posso e non voglio giudicare chi legittimamente può aver bisogno di più tempo per prendere decisioni così importanti. Data la delicatezza dell’argomento, ritengo che la Regione in così pochi giorni non avrebbe potuto far niente di eclatante (non voglio nemmeno pensare che una modifica alla Legge Regionale per un tema così importante per tutto l’Abruzzo e non solo, venga votata con una sveltina amministrativa, mischiata tra altri mille argomenti), ma mi aspettavo che il maggior tempo a disposizione avesse dato al Comune di Spoltore un po’ di coraggio in più: un voto contrario che avrebbe svegliato Pescara e Montesilvano dal torpore e costretto la Regione ad una mossa con cui far cadere le maschere. Purtroppo, abbiamo tutti perso un’occasione”.

      Le risulta che a Spoltore abbiano cominciato a lavorare o è ancora tutto fermo?
      “Spoltore non sta facendo meno degli altri e oggi sembra cominci a porre almeno il tema dell’unione dei servizi tra i tre comuni. Pescara e Montesilvano, che hanno strutture amministrative importanti, potrebbero e dovrebbero tirare la volata, ma fino ad ora si scrivono lettere per capire chi dovrebbe fare cosa. Nei lavori della prima commissione della Nuova Pescara che presiedo, abbiamo convocato dirigenti e amministratori dei Comuni che hanno già realizzato la fusione, dimostrando che tutte le problematiche che ancora girano come leggende metropolitane sul problema della toponomastica, dell’armonizzazione dei bilanci e della tassazione non esistono. Questi argomenti, se trattati seriamente, possono essere risolti con pochi e rapidi passaggi. Purtroppo l’argomento più dibattuto da chi governa i nostri Comuni e dagli amministratori regionali della nostra zona è come risolvere il problema della presenza di tre via Roma e non come realizzare un piano di sviluppo della Nuova Pescara, di come spostare o interrare la linea ferroviaria, di come far muovere persone e merci, di come superare il senso di periferia di alcuni quartieri e contrade, di come facilitare l’accesso ai servizi a cittadini imprese, di come costruire una città nuova figlia di questo millennio”.

      Qual è la prima cosa che Pescara, Spoltore e Montesilvano devono fare per arrivare pronti alla data del primo gennaio 2024?
      “Dimettersi in blocco e lasciare il posto ad un commissario che dovrà occuparsi della fusione dei servizi e dell’organizzazione del nuovo Comune. Solo così si potrà tentare di arrivare pronti a quella data. Tutto il resto è inutile”. (cro.pe.)

      Erika Alessandrini è il capogruppo del M5s al Comune di Pescara. Da sempre in prima linea per il rispetto del referendum e della Legge regionale su Nuova Pescara, ha votato contro lo spostamento della Fusione dal primo gennaio 2023 al primo gennaio 2024. “Serve subito il commissario”, dice.

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