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      Il marziano della cronometro è Evenepoel

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      di Davide Pitocco

      WOLLONGONG, AUSTRALIA – SEPTEMBER 25: Winner Remco Evenepoel of Belgium during the Medal Ceremony following the Men Road Race during the 95th UCI Road World Championships 2022 on September 25, 2022 in Wollongong, Australia. (Photo by Action Plus/BSR Agency/Getty Images)

      La tappa n.7, da Nuits-Saint-Georges a Gevrey-Chambertin è una cronometro individuale di 25 km. Si spera che Bettiol riesca a fare una grande gara spingendo a tutta, anche perché è tutto gasato per la convocazione olimpica. Non è tra i favoriti, ma se gli avversari si dedicano troppo ai vini della Borgogna, forse le sue possibilità aumentano in modo esponenziale, in proporzione alle tazze tracannate dagli avversari. Infatti a lui, cresciuto in Toscana, ma di padre veneto, questi grappoli di uva spremuta francese non possono di certo impensierire. Si sperava di vedere Pogacar ed Evenepoel brindare alla vita, ma da questa mattina sono sempre lì sui rulli a scaldare i muscoli. Non vorremmo che a forza di farlo, finiscano per bruciarsi, fortunatamente il clima non è afoso ed asfissiante, anzi le nuvole mitigano i morsi del sole di luglio. Dedicate un pensiero al povero Kung. Si è svegliato morigerato sin dalla prima mattina. Parte a tutta e nei primi intertempi fa registrare una buona andatura, ma poi arriva una breve collina e salta la catena. Fortunatamente aveva la monocorona davanti, ma è costretto a smettere di pedalare. Aveva addirittura superato Abrahamsen, che era partito subito prima di lui. Non ce la faceva a vedersi davanti quella maglia a pois che fa pensare ad un bimbo con la varicella. E poi se lo ritrova immediatamente dietro che tenta di superarlo. Ma lui teme le malattie esantematiche, perché da piccolo non le ha avute tutte ed allora da sotto l’ascella scorge quei brufoli rossi e torna a pedalare come un forsennato, come se lo stesse inseguendo la morte. Kung intanto recupera il tempo perso: il suo direttore sportivo attraverso la radiolina gli ha fatto sapere, che, se supera il muro del suono, al traguardo nella loro tenda ci sarà ad attenderlo un carico di cioccolata svizzera finissima, altro che quella belga o francese. Però lo sfortunato svizzero non riesce a superare il tempo di Campenaerts, che prima della partenza dei big, è quello da battere. Alla fine la cioccolata ha tirato meno di un carro di buoi in salita.

      Anche l’uomo Pimpa arriva con circa 2’30’’ di ritardo. Di certo domani lo troveremo in fuga, così può arrivare per primo ai punti ristoro e prendere le borse con le leccornie migliori. Strabiliante è stato Bernard: l’atleta della Lidl Trek, non avendo velleità di vittoria, percorre la solita collinetta in salita, mentre i suoi tifosi lo festeggiano, suscita il tifo, batte le mani, offre il cinque ai supporter in delirio e si ferma a baciare la fidanzata. Alla fine corre nelle sue zone, nemmeno la polizia francese ha potuto nulla contro il potere dell’amore e dell’affetto e poi si lancia verso il traguardo, perché il nostro Julien si è ricordato che ha una squadra che lo paga per correre e non  per salutare parenti ed amici.

      Alle 16:25, mentre Bardet, la prima maglia gialla di questo Tour de France, prova a far sognare i francesi,  Pogacar se la spassa sui rulli con gli occhiali e le grandi cuffie incollate sulle orecchie per isolarsi da tutto: c’è chi si chiede quale sia la sua playlist preferita, ma alcune malelingue sostengono che lì abbia la classifica delle urla di godimento di Martina Smeraldi, stravaganze di chi ha contratti milionari, noi pensiamo che invece ascolti in loop “ Il capolavoro” de Il Volo.

      Quando partono i tre tenori, Pogacar, Evenepoel e Roglic, il più bravo è il belga che sembra danzare sui pedali, come un’ape attorno al fiore. Ciò che colpisce è la determinazione che mettono in ogni pedalata, sembrano delle macchine perfette. Al secondo intermedio il migliore è Roglic, anche se la sua pedalata è scomposta e le spalle ondeggiano troppo.

      Vingegaard guadagna 5’ su Roglic all’intertempo, in attesa di vedere il passaggio della maglia gialla. Evenepoel frantuma il tempo del danese con 23’’ di vantaggio. Pogacar perde 10’’, quando mancano 10 km al traguardo.

      In discesa Evenepoel è rigido, forse potrebbe pagare qualche secondo, non è proprio il terreno più congeniale, pedala con il freno a mano tirato. Intanto arriva Ciccone con 35’’ di ritardo ed immediatamente ad attenderlo c’è un meraviglioso bouquet di arrosticini. Campenaerts, se la ride, in attesa di essere sloggiato dal trono del vincitore. Le sue sontuose natiche lo hanno scaldato anche a sufficienza ed è quindi arrivato il tempo che ci sia una giusta successione.

      Nel tratto di discesa la maglia gialla recupera 5’’. Non ci sta lo sloveno e va a tutto, anche perché il belga sobbalza con la bici, forse per un calo di pressione della ruota posteriore. Continua a pedalare, ma qualcosa potrebbe aver perso. Alla fine taglia il traguardo con il tempo di 28’52’’. La maglia gialla limita di molto i danni e perde solo 12’’. Alla fine ha vinto il favoritissimo. Partito con il piglio e la cattiveria giusta, ha perso qualcosa in discesa, ma poi ha recuperato immediatamente. Vingegaard ha perso circa 30’’.

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