Il sindaco Carlo MASCI sulle dichiarazioni di Carlo Costantini

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«La proposta di un referendum è solo fumo negli occhi per fini elettorali. Per comprendere quanto siano vuote e insostenibili le posizioni dei contestatori di ogni ora, dei signori “no a tutto”, di cui, mi dispiace dirlo, il consigliere comunale Carlo Costantini è l’ultimo, basterebbe chiedersi quali soluzioni alternative propongono e capire se sono veramente realizzabili. A esempio, sull’area di risulta, basterebbe chiedersi cosa hanno proposto e realizzato in 36 anni per eliminare quell’ammasso di lamiere d’acciaio su una spianata di
asfalto, quando sono stati in maggioranza in città, in Regione, al Governo. La risposta è semplice ed è plasticamente sotto gli occhi di tutti: nulla. Oggi, però, tutto a un tratto, hanno un’idea e una soluzione su tutto, dall’auditorium, al palarock, dal bosco alla mobilità; ovviamente senza dire in quali terreni, con quali soldi e in quanto tempo. Tanto l’importante è illudere le persone facendo credere loro che basti bloccare il Palazzo della Regione o le altre iniziative promosse da questa amministrazione per lo sviluppo della città.
La realtà è che il palazzo della Regione è l’unica opera che consentirà veramente di trovare risorse per fare il grande parco di 6,5 ettari, che regalerà alla città un grande polmone verde in pieno centro. Il bosco di cui parlano gli oppositori è solo un luogo fantastico dell’immaginazione ma non può essere un progetto serio di un’amministrazione; un bosco che spacca la città in due, senza una parte che lo renda vivo, frequentato,
illuminato, controllato, diventerebbe presto un luogo respingente, potenzialmente pericoloso, difficile da attraversare e da frequentare. La grande e bellissima sede istituzionale renderà iconico quel luogo, assicurerà vita, luce e controllo, offrirà spazi e servizi di cui la comunità potrà godere come l’auditorium, uffici d’informazione e altro. Questo edificio, che dovrà essere il più bello d’Abruzzo dal punto di vista architettonico e il più avveniristico dal punto di vista ambientale ed energetico, si attesterà vicino al nuovo
terminal bus, vicino al tracciato della filovia, in prossimità dei due parcheggi a silos, oltre che di fronte alla stazione, consentendo a chi ci lavora e ai suoi visitatori una fruizione agevole ed ecologica. Chi grida scompostamente alla cementificazione, trascura il fatto che da decenni la sua parte politica ha contribuito a lasciare in quel luogo la più grande lastra di asfalto mai vista in un centro cittadino. D’altra parte, con le chiacchiere sono riusciti ad andare avanti 36 anni, qual è il problema se dovranno proseguire, l’importante è impedire a noi di fare qualsiasi cosa. Occorre anche dire che il palazzo della Regione, atteso da 53 anni, ha trovato ostacoli anche per i tentativi di accordi pubblico-privato, come quello dell’operazione “La City” che, ancora oggi dopo 10 anni, è imprigionato nelle pastoie giudiziarie; gli oppositori di ogni ora, non propongono nulla come siti alternativi su cui realizzare l’opera, se non terreni generici e gettati a caso, senza neanche dichiarare quali possano essere i privati beneficiati dalla loro valorizzazione. Non dicono neanche che, la legge regionale varata negli anni 70, non consente di realizzare la sede fuori dai confini della città di Pescara, che peraltro comunque io mai auspicherei. Noi pensiamo, invece, che un accordo tra due enti pubblici elimini i rischi già incontrati con “La City”, non costringa la Regione a spendere cifre esagerate a vantaggio dei privati proprietari di aree, non crei potenziali situazioni vischiose, permetta di utilizzare quei soldi risparmiati per realizzare altre opere pubbliche a vantaggio dei cittadini. Di fronte a questi argomenti oggettivi, appare chiaro che il vero obiettivo perseguito dagli oppositori, sia quello di oscurare il fatto storico che siamo in procinto di iniziare i lavori di sistemazione dell’area di risulta; la bonifica sta per partire, entro qualche mese vedremo gli operai lavorare su quei terreni da troppi anni trascurati, quello sarà il vero segnale che l’aria è cambiata, che si farà il grande
parco urbano, che finalmente quelli che parlano parlano parlano ce li siamo lasciati alle spalle, che siamo approdati nel periodo della concretezza e dei fatti compiuti. Con la forza del fare cancelleremo la vuota stagione delle parole al vento».