Lo scrive il Direttivo della Sezione Italia Nostra “L. Gorgoni” di Pescara in una nota inviata alla stampa che riportiamo, integralmente, di seguito.
“La edilizia storica minore di Pescara va tutelata” scrive Italia Nostra Pescara in un comunicato, ” e non si può trasformare vistosamente le sue forme, aumentare le dimensioni e i volumi senza un esame preventivo e l’approvazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio; lo stabilisce una sentenza del TAR Abruzzo respingendo un ricorso di privati che avevano chiesto l’annullamento del vincolo di tutela indiretta ( ai sensi dell’art. 45 del D.lgs. 22.01.04 n. 42) vigente sull’intera area del rione Pineta per 28 ettari di estensione. Contro la demolizione dei due villini oggetto del ricorso (uno dei quali purtroppo subito demolito nel tentativo di creare un irreversibile fatto compiuto) la Sezione pescarese di Italia Nostra, con altre associazioni, aveva pubblicamente protestato e denunciato, assistita dall’avvocato Di Torrepadula che già aveva condotto positivamente fino alla Cassazione il caso del villino su via Primo Vere, abusivamente abbattuto e ricostruito in difformità. Allora (era il 2018) il Comune sostenne che fosse tutto in regola; come si vede così non era. Anzi per questo caso, come per il precedente in via Primo Vere coperto da colpevole inerzia, il Comune deve annullare i permessi e procedere alle conseguenti ingiunzioni di ripristino. Anche sulla base di queste denunce e proteste la Soprintendenza appose il vincolo, riconoscendo nell’intero contesto urbano il valore da preservare. Nel ricorso si scontravano infatti due concezioni: i privati sostenevano lo scarso valore dell’oggetto edilizio in sé; la Soprintendenza ne inquadrava il valore nella nota vicenda urbanistica della Lottizzazione Liberi agli inizi del secolo scorso, che tanta parte ha avuto nella storia recente di Pescara. Ha prevalso quest’ultima tesi e noi ne prendiamo atto con soddisfazione. DA QUESTA SENTENZA DEVE VENIRE UNA LEZIONE DI METODO: vincoli sovraordinati e norme urbanistiche debbono essere armonizzati con il comune obbiettivo di valorizzazione la città nelle sue componenti storiche ed attuali. Le opere pubbliche, il sistema del verde e le trasformazioni private debbono trovare un quadro di riferimenti e di certezze fondati su un’idea di città in cui il patrimonio storico abbia un ruolo centrale.
Nella delicata area della Pineta, ma anche tra il tessuto minore consolidato della ex Castellamare e, in maniera massiccia, sul viale della Riviera, sono in corso trasformazioni che stanno cancellando la città del ‘900 spesso incentivate, paradossalmente, da norme comunali, leggi regionali e nazionali. Si è riuscito a preservare, per ora, villa Agresti (un pregevole fabbricato sulla Riviera Nord), ma il tema è più ampio e riguarda molti contesti e singoli fabbricati. Italia Nostra più volte ha chiesto che venisse istituito un tavolo tecnico di lavoro tra Soprintendenza e Comune, indicando – anche in sede di osservazioni alle Norme Tecniche di Attuazione – la necessità di un Osservatorio in merito alle trasformazioni del territorio. Oggi si ripropone con chiara evidenza la necessità di istituire quel tavolo, al quale non mancherebbe il nostro contributo, al fine di armonizzare vincoli e normative e di individuare meglio aree ed edifici storici, escludendo in questi casi gli aumenti volumetrici e gli incentivi alla demolizione che sono previsti nell’attuale quadro normativo.
La Pescara che conosciamo si è formata nel ‘900. Non proteggerla significa sacrificare la nostra stessa storia”.