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      HomeAttualitàLa Cgil stronca la manovra del governo Meloni: "Sbagliata e inadeguata"

      La Cgil stronca la manovra del governo Meloni: “Sbagliata e inadeguata”

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      La Cgil stronca, con parole inequivocabili, la manovra del governo di Giorgia Meloni. Questo è quanto si legge nella nota pubblicata sul sito nazionale della maggiore sigla sindacale italiana.

      “La Legge di bilancio 2023 come modificata dagli emendamenti (passati per il Senato, ndr) non cambia il giudizio negativo che la Cgil ha espresso nelle settimane scorse sul complesso delle misure.

      Vi sono parziali avanzamenti frutto delle nostre proposte, sostenute dalle iniziative di mobilitazione messe in campo nelle settimane scorse (ad esempio, innalzamento della soglia sulla quale il cuneo contributivo viene ridotto, l’indicizzazione fino a 5 volte il minimo e altri interventi minori) ma che non rappresentano una risposta adeguata all’aumento dell’inflazione e all’impoverimento di salari e redditi e in generale non rispondono alle nostre proposte su fisco, precarietà, rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale e del sistema di Istruzione pubblica, a partire dalle dotazioni organiche, previdenza, oltre allo stralcio delle disposizioni per attuare l’autonomia differenziata. In molti casi assistiamo a peggioramenti delle misure come sul Reddito di Cittadinanza o sulla previdenza e alla
      dispersione delle risorse in numerossissimi microfondi che rappresentano una parte consistente degli emendamenti approvati.

      La manovra risulta sbagliata e inadeguata ad affrontare l’aumento del costo della vita che colpirà in particolare le fasce sociali più vulnerabili, con una visione di parte e di piccolo cabotaggio, ma senza una idea di sviluppo complessivo del Paese. In particolare, le misure fiscali che tagliano le tasse ai redditi più elevati e introducono condoni, oltre a non produrre nessun beneficio all’economia italiana, producono nuove disuguaglianze e riducono le risorse per sostenere lo Stato sociale.

      Sarebbe stato importante indicare altre priorità per le politiche di spesa pubblica, di natura espansiva, a partire dal Mezzogiorno, soprattutto nella previsione di un forte rallentamento dell’economia, e non una pletora di misure bandiera per rispondere a singoli portatori di interesse, ma alle necessità generali di sviluppo del Paese”.

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