Hanno presenziato il Sindaco Carlo Masci, il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli e la presidente Comitato provinciale Associazione nazionale Venezia-Giulia Dalmazia e consigliere Associazione Dalmati Italiani nel mondo Donatella Bracali
L’Amministrazione comunale di Pescara ha commemorato davanti la lapide nel giardino di Piazza Italia a lei dedicata la figura di Norma Cossetto, la giovane istriana martirizzata dai partigiani comunisti titini e gettata ancora viva in una foiba nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. La cerimonia «Una rosa per Norma Cossetto» che quest’anno ha per tema «Una scelta d’amore», ha visto il coinvolgimento di oltre 200 città italiane e straniere per iniziativa del Comitato 10 febbraio in onore della laureanda barbaramente uccisa alla cui memoria nel 2005 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì la medaglia d’oro al merito civile. Alla manifestazione hanno partecipato autorità civili, militari e religiose, le Associazioni combattentistiche e d’arma e l’Associazione Venezia-Giulia Dalmazia (ANVGD). Il corpo di Norma Cossetto (1920-1943), mutilato e dilaniato, venne recuperato l’11 dicembre 1943 dai vigili del fuoco di Pola dalla foiba di Villa Surani profonda 135 metri, dov’era stata gettata ancora viva, assieme ai cadaveri di altri 25 italiani. Il sindaco Carlo Masci nel suo intervento ha voluto sottolineare che l’omaggio alla figura di Norma Cossetto è «un atto sentito e doveroso di memoria e di pietà cristiana rivolto al passato, che purtroppo viene attualizzato da ciò che 79 anni dopo accade in un mondo non più lontano ma invece assai vicino a noi, con le donne ancora vittime di violenza, le donne ancora private della loro dignità di persone e oggetto di aggressioni, pulsioni, abusi, prevaricazioni, vendette immotivate. In guerra e in pace, in Ucraina, in Iran e a casa nostra. Quella di Norma Cossetto è una storia di sangue e di odio che spazzarono via brutalmente ogni sentimento di dolcezza e di amore che le donne naturalmente evocano». E ha aggiunto che «non si può giustificare neppure la manipolazione ideologica della storia da parte di chi ridimensiona, opera inquinanti distinguo, sminuisce o addirittura nega. Il passato va studiato, va compreso, va accettato. È accaduto, può accadere ancora». Il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli ha invitato a «riflettere sul senso di eventi come questi, oltre i ruoli istituzionali e il dovere della presenza, ma testimonianza viva di comprensione e di condivisione di un passato doloroso che emerge anche dalla tragedia personale di Norma Cossetto». Per la presidente Comitato provinciale Associazione nazionale Venezia-Giulia Dalmazia e consigliere Associazione Dalmati Italiani nel mondo Donatella Bracali, che ha ripercorso la vicenda terrena della giovane studentessa e il significato nel presente di quel drammatico episodio e delle brutalità sulla popolazione italiana sulla sponda orientale dell’Adriatico, «è importante tenere sempre accesa almeno una piccola luce che illumini, con le zone d’ombra della storia, gli angoli più bui e più oscuri e dell’animo umano che allora non ebbe pietà né delle donne, giovani e vecchie, né di una bambina come Liudmila, di appena dieci anni, innocente uccisa per pura ferocia».