Durissima presa di posizione dell’Associazione Nuova Pescara di fronte alla poco edificante situazione creata dall’imperizia di alcuni politici. La Fusione di comuni più importante d’Italia e d’Europa rischia di essere monca o di saltare per colpa di un vero e proprio sabotaggio in atto da anni. L’Associazione, che è la somma delle associazioni datoriali e produttrici di Pescara e della Regione e la cui attività ispirò il Refendum e fu determinante per ottenere la Legge regionale, sta valutando tutto quanto necessario per chiedere i danni economici.
Il testo completo del comunicato:
“Nuova Pescara ha tre strade davanti. La prima porta alla fusione dal primo gennaio 2023, la seconda al rinvio di un anno, contemplato dalla Legge regionale, la terza al pastrocchio dello spostamento al 2027, che ha due scopi: salvare le poltrone di due sindaci e di una trentina almeno tra assessori e consiglieri e tenere viva la speranza di compromettere Nuova Pescara. Quindi, salvare stipendi, gettoni di presenza e potere di chi rischia di essere spazzato via dalla città del futuro. L’attuale incerta situazione, che denuncia la pochezza di un’ampia fetta della classe politica del Pescarese, va in soccorso della Regione. Ricordiamolo: Palazzo dell’Emiciclo non ha mai versato i 300mila euro che, Legge alla mano, dovevano essere a disposizione dal 2018. Dove sono finiti quei denari? Perché viene finanziato il Napoli Calcio e non la nuova città? I cittadini di Spoltore, Pescara e Montesilvano non trascurino il fattore soldi, tutt’altro che marginale nell’ormai stucchevole vicenda di una Fusione approvata dai cittadini con un referendum, nel 2014, e calpestata da un manipolo di politici. Lo Stato ha stanziato 105 milioni di euro per Nuova Pescara. E non certo per merito di Marsilio, Di Lorito, De Martinis, Trulli, Sospiri, D’Incecco e Testa, sui quali ricade gran parte della responsabilità politica di questa situazione. Cinque milioni arriveranno nel 2023 e serviranno per recuperare, si spera anche attraverso l’impiego di alte professionalità, il ritardo fin qui cumulato. Arriveranno solo se si procederà con la Fusione, altrimenti verranno persi come da consolidata tradizione dell’Abruzzo, regione fanalino di coda nell’accaparrarsi i fondi nazionali e quelli europei. Chi pagherà l’eventuale danno? L’Associazione Nuova Pescara valuterà tutte le possibili strade legali per far ottenere alla comunità il giusto risarcimento. Altri danni, qualora ce ne fossero, saranno richiesti, tramite l’azione dei Commissari – verrà passato a rassegna quanto firmato e approvato dai dirigenti dei tre comuni – direttamente dalla Corte dei Conti”. (cro.pe.)