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      L’Associazione Nuova Pescara: vogliamo la nomina del Commissario, basta con i giochini

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      Nuova Pescara deve nascere, come da Legge regionale, il primo gennaio 2023

      “Preso atto dell’assoluta incapacità della nostra classe politica di gestire l’iter della Fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, chiediamo la sospensione di ogni attività volta a complicare la nascita della Nuova Città e l’avvio dell’iter per la nomina del Commissario”, queste le prime parole di un duro comunicato stampa dell’Associazione Nuova Pescara in merito agli ennesimi tentativi di una parte della politica pescarese di ostacolare la Fusione. “A otto anni dal referendum e a quattro dalla Legge istitutiva della Nuova Pescara, non c’è stato alcun sostanziale passo avanti. Di questo bisogna prenderne atto. Lo spostamento di un anno – dal primo gennaio 2023 al primo gennaio 2024 -, appena votato dal Consiglio comunale di Pescara e che dovrà essere votato anche da Spoltore e Montesilvano, è solo un modo puerile per prendere tempo. Ammesso che i due terzi dei tre consigli comunali votino lo spostamento, non avremo alcuna garanzia che politici e tecnici si mettano al lavoro per fare in un anno quello che non hanno fatto in quattro. Né possiamo pensare che i 5 milioni di euro stanziati dallo Stato per il 2023 possano cambiare le cose. In realtà potrebbero, ma servirebbe un’altra classe politica. La Regione si prodighi per la nomina, dal prossimo primo gennaio, del Commissario e la smetta di tramare: il progetto di Legge per spostare Nuova Pescara al 2027, atto propedeutico alla cancellazione della Fusione, è un’espressione di degrado politico e culturale oltre che un oltraggio alla democrazia”.

      Le responsabilità politiche dei ritardi attuali e dei problemi che potrebbero arrivare ricadono in primis sul sindaco di Montesilvano, nonché presidente della Provincia, Ottavio De Martinis, e sull’ex sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito. In virtù dei loro ruoli istituzionali, avrebbero dovuto prodigarsi per attuare la Legge regionale e, invece, l’hanno boicottata. Ci chiediamo in quale altro posto del mondo democratico due sindaci possano impunemente fregarsene di una Legge e farsi beffa di un referendum. (cro.pe)

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