Cosa fa una politica che non sa fare? Rinvia. Infatti, sull’annosa vicenda della Nuova Pescara il consiglio comunale di Pescara, eccezion fatta per il M5s, ha votato lo spostamento della Fusione al 2024. Nei prossimi giorni, dovranno pronunciarsi Spoltore e Montesilvano. Serviranno, Legge regionale alla mano, i due terzi di ciascun consiglio comunale per mettere la lancetta avanti di un anno. O meglio, di un altro anno perché la data del primo gennaio 2022 era stata depennata a suo tempo causa Covid. Il Covid, siamo sinceri, c’entra poco con la Nuova Pescara. E’ una scusa. Un appiglio. La realtà, vale sempre la pena di ricordarla ai cittadini, è che un manipolo di politici sta eludendo il referendum del 2014 e la Legge regionale del 2018 per meri interessi personali. Poltrone e potere ai soliti noti e agli altri una ruota sgonfia in ricordo della bicicletta (guardare foto…). Lo spostamento al 2024, il tentativo mai abortito di andare al 2027 grazie a un colpo di mano della Regione e la possibilità che a gennaio del prossimo anno arrivi il Commissario rappresentano la palude creata dalla modesta e irritante casta locale, quella che sta riportando un’intera regione nei bassifondi delle classifiche di sviluppo e ai vertici della classifica relativa all’emigrazione. I primi responsabili, dal punto di vista politico, della vergognosa situazione in cui versa la Fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore sono Luciano Di Lorito e Ottavio De Martinis. Il primo, ex sindaco di Spoltore e deputato mancato, espressione di quella parte, ahinoi preponderante, del Pd locale attaccato alla poltrona e incapace di modernizzarsi nelle idee e nelle persone, ha ostacolato Nuova Pescara con tutte le forze, salvo poi rabbonirsi perché, per coltivare le ambizioni di candidatura nazionale e regionale, ha bisogno dei voti dei pescaresi. Alla Camera dei deputati gli è andata male. Alla Regione, nel 2024, speriamo gli vada peggio perché un politico che non sa guardare al futuro non è quello di cui abbiamo bisogno. Il secondo, leghista (quindi portabandiera locale di un partito del Nord per il quale il Sud è solo una zavorra), è sindaco di Montesilvano, città dalle strade colabrodo, nonché presidente della Provincia, e dà sostanza a un sospetto: le due cariche non possono essere in mano alla stessa persona perché, il più delle volte, questa finisce per fare male sia l’una che l’altra. La riforma delle Province ha creato problemi invece di risolverli perché non ha cancellato del tutto la parte politica. Non ci si ricorda un solo atto costruttivo di De Martinis nei confronti di Nuova Pescara. Può un sindaco irridere un referendum e una Legge regionale votata all’unanimità? I danni creati della deplorevole condotta politica del leghista e di Di Lorito sono sotto gli occhi di tutti. Peraltro, la situazione creata è così rischiosa da poter far perdere alla comunità i ricchi finanziamenti statali, 105 milioni di euro, soldi stanziati per merito di qualcuno che non si chiama né Di Lorito né De Martinis. Li hanno portati, lavorando su una linea tracciata a fatica dall’Associazione Nuova Pescara, Luciano D’Alfonso, Carlo Costantini, Maurizio Di Nicola e Claudio Croce, con un’ammirevole sinergia a beneficio del territorio. A questo punto, non resta che chiederci quale sia il male minore per la Nuova Pescara. Ne siamo sempre più convinti: il Commissario.
Nuova Pescara: ritardi e rinvii sono danni causati soprattutto da De Martinis e Di Lorito. Il Commissario, a questo punto, è il male minore
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