Pescara vs Foggia: nemo profeta in patria

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di Davide Pitocco

Le partite tra Pescara e Foggia non terminano dopo i novanta minuti, ma continuano sugli spalti, nei bar, oggi potremmo dire nei social, insomma ovunque ci sia occasione di parlarne. In attesa del match di ritorno allo Stadio Adriatico Giovanni Cornacchia, l’allenatore dei biancazzurri, mister storico del Foggia dei miracoli, quel Foggia di Zeman che aveva stupito il pubblico con quel 4 3 3 veloce, rapito, con verticalizzazione al limite del possibile, con la linea dei centrocampisti che giocava così alto che il campo sembrava ridotto della metà, ebbene quello stesso uomo è stato fischiato inaspettatamente all’inizio della partita. Purtroppo è proprio vero che spesso nel calcio non c’è gratitudine e che nessuno è profeta in patria. Forse complici sono state le scorie molto radioattive che il boemo e il presidente Canonico hanno lasciato circa un anno fa nel loro rapporto professionale e personale. Anche una volta in sala stampa Zeman non è stato molto generoso con i giornalisti rossoneri.

Per prima cosa ha detto che a Foggia di giornalisti veri “ ce ne sono pochi” ed anche parlando del suo ex allievo, Delio Rossi, ha lanciato sciabolate taglienti come la spada del Corsaro Nero: non ci siamo nemmeno salutati, un gesto che in genere l’allenatore di casa fa per primo.

Zeman è un allenatore che comunque da sempre divide l’opinione pubblica. C’è chi lo adora e chi proprio non lo sopporta. Parafrasando una frase di Flaiano: Una qualità degli italiani è quella di volare in soccorso dei vincitori. In questo caso il popolo biancazzurro non può non stringersi attorno all’uomo che forse potrebbe conquistare un’altra storica promozione. E anche se inavvertitamente ciò non dovesse avvenire, sinceramente il gesto del tecnico a fine primo tempo, ripaga in tutti i sensi il campionato e relativi play off che sono ormai alle battute conclusive. Delle Monache dopo un’azione travolgente in area di rigore invece di passare la palla al compagno, libero di spingere la palla oltre la linea di porta si è intestardito nel voler concludere in solitaria e il Pescara non ha segnato. All’inizio della ripresa il boemo ha punito il ragazzino e al suo posto dal tunnel degli spogliatoi è uscito Lescano e il giovane talento pescarese è rimasto sotto la doccia a meditare su alcuni aspetti fondamentali: nel calcio si gioca 11 contro 11 ed in partite come queste non segnare può risultare determinante per il prosieguo dell’impresa. Questi sono i no che aiutano a crescere. Peccato che il presidente Sebastiani abbia già venduto il piccolo gioiello e il prossimo anno lo vedremo con la maglia blucerchiata, quindi forse quei no non li riceverà più e chissà se il figliol prodigo potrà venir su come un forte virgulto o debole come un salice piangente.