Roma incorona la maglia rosa Primoz Roglic

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Con la tappa odierna scende il sipario sul Giro d’Italia, la redazione vuole esprime il senso della più sincera gratitudine a Davide Pitocco che ha seguito, con entusiasmo, dedizione, competenza e puntualità un evento sportivo e antropologico raccontato con rara perizia. Grazie
di Davide Pitocco

Oggi si è concluso il Giro d’Italia 106. In una Roma estiva, immersa nel sole,
per la prima volta un presidente della Repubblica ha premiato il vincitore della
corsa rosa. Dopo ventuno giorni molto faticosi, vissuti in un vorticoso
susseguirsi di eventi, come se si fosse sulle montagne russe, Roglic esce
trionfatore da uno degli avvenimenti sportivi che più di ogni altro ha
contraddistinto la storia della nostra nazione. Domani tanti tifosi si sveglieranno
orfani e dispersi di quel rosa che per tre settimane ci ha fatto compagnia,
domani torneranno le scadenze del lavoro e degli impegni quotidiani, ma oggi si
può ancora sognare un’avventura che sembra non avere mai fine. Tutto questo è
stato un viaggio meraviglioso, condiviso con i grandi protagonisti del ciclismo.
Roglic aveva le lacrime agli occhi mentre riceveva il simbolo del primato dalle
mani di Mattarella. Mark Cavendish, il vincitore di questa ultima tappa, ha
dichiarato che questo sarebbe stato il suo ultimo anno trascorso sui pedali, in
quanto ha annunciato il suo ritiro, e così i compagni di squadra e non gli hanno
reso l’omaggio più grande che si potesse fare per un velocista del suo calibro,
ossia hanno tirato la sua volato. Il secondo in classifica Thomas si è posto negli
ultimi chilometri a tirare, per lanciare l’amico di tante sfide. Questo infondo è il
ciclismo: se tu dai rispetto, tutti sono pronti a rispettarti. Un grande omaggio dei
corridori nei confronti di un uomo che per prima ha dato grandissimo rispetto a
tutti.
Il primo italiano nella classifica generale è Damiano Caruso, corridore esperto e
navigato, arrivato al quarto posto. Jonathan Milan, invece ha conquistato la
classifica della maglia ciclamino. Questo Giro ci ha lasciato anche importanti
indicazioni sul futuro delle due ruote azzurre. Si sono messi in mostra Marco
Frigo e Filippo Zana. Non è dato sapere quanto possano competere nelle grandi
corse a tappe, ma come uomini da corse in linea potrebbero iniziare a dire la sua
e a far risuonare i loro nomi nell’Olimpo del ciclismo. Per ora possiamo solo
sognare le imprese di Pantani, Gotti, Savoldelli, Basso e Nibali, andare su
youtube e vivere di ricordi, augurandosi che molto presto un altro grande
campione si affacci sulla scena mondiale.
Oggi hanno vinto tutti: Roglic sportivamente, Thomas per la sua signoria, non è
da tutti dichiarare con sincerità: Ha vinto perché nella crono è stato il più forte.
Almeida è entrato finalmente sul podio. Pinot ha conquistato la maglia azzurra
degli scalatori, il pubblico è stato magnifico in ogni tappa e non ha mai fatto
mancare ai corridori l’affetto e l’entusiasmo, ma tutta la carovana rosa, senza

escludere nessuno ci ha fatto vivere un sogno, durato 21 giorni. Domani saremo
tutti più tristi perché alle 14 non avremo più da seguire quello sferragliare di
catene che macina chilometri sulle strade del Belpaese.