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      La notte di San Giovanni, il Natale d’estate a Borgo Case, Pescara

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      La notte di San Giovanni, come la conosciamo oggi, tramandataci dai nostri nonni, ripresa in questi anni soprattutto con finalità commerciali e teatralizzata ad uso del pubblico che si è allontanato dalla mistica del sacro, ha origine da riti antichissimi: nella “giovinezza dell’umanità” che aveva “intuizione del divino“ come lo descrive Gennaro Finamore, il papà dell’antropologia culturale abruzzese secondo cui la notte di San Giovanni è un “monumento di età anteriore alla storia, che il tempo ha intaccato, ma non distrutto”.
      Come ogni anno, a Case Troiano di Spoltore (zona motorizzazione) rivive l’antico rito organizzato dalle Associazioni Fontevecchia e Beato Marco d’Aviano. Si inizia alle ore 17.30 con la messa in rito antico cui seguirà la piccola processione con la statua del santo, poi benedizione dell’acqua contenuta in una conca di rame che sarà distribuita ai partecipanti con un mestolo, benedizione e salto del fuoco cui seguirà il rito del comparatico con lo scambio dei ramajetti: coppie di donne o uomini, “commari e compari” si scambiano simbolicamente un mazzetto di nove erbe legate con un fiocco rosso, richiamo al sangue di San Giovanni decollato, “bagnandole nell’acqua della fontana che si trova d’innanzi alla chiesa del santo. Con questo rito si rinnova un rapporto di amicizia e solidarietà reciproca, nel quale ci si impegna a rispettarsi e aiutarsi per la vita, divenendo “compari a fiori” (cumpar a fiùre): un rapporto addirittura più forte di quello tra parenti.
      Nel corso del rito si accendevano grandi fuochi, a case Troiano, il compito di organizzare il falò con gli scarti delle potature degli alberi era compito dei figli maschi e il più grande tra di loro, con il caratteristico forcone a tre punte, accendeva e controllava la pira sorvegliando che eventuali lucciole non si spargessero per i campi, una volta che le fiamme si abbassano i compari saltano assieme sopra le braci ancora vive mentre i resti di questi fuochi si spargevano negli orti e riportavano a casa in segno di devozione.
      Nel corso della notte solstiziale, numerosi sono i riti legati alle proprietà magico-curative e benefiche dell’acqua e della rugiada – la uàzza – che cade durante la notte di San Giovanni, ritenuta portentosa ed efficacissima per curare ogni tipo di dolore fisico (come i reumatismi) oppure per irrobustire la capigliatura delle donne e per scongiurare in loro l’emicrania.
      A questo scopo, era d’uso recarsi nel folto di un canneto a pettinarsi i capelli con la rugiada depositata sulle lunghe e taglienti foglie.

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