
Roma, 28 giugno 2025 – Una scena che ha scosso l’opinione pubblica romana si è consumata nelle ultime ore nel quartiere Monteverde, dove le forze dell’ordine si sono presentate per dare esecuzione a un provvedimento del Tribunale civile che dispone il trasferimento di una bambina di cinque anni, affetta da una rara sindrome genetica, dalla casa della madre e dei nonni a una struttura protetta. Il decreto, firmato dalla giudice Marta Ienzi, autorizza l’uso della forza pubblica per il prelevamento della minore, motivato da una perizia che definisce la madre “ostativa” nei confronti del padre, attualmente rinviato a giudizio per lesioni.
La scena si è svolta sotto gli occhi di un intero condominio mobilitato in difesa della bambina e della madre, già protagonista di un episodio simile due mesi fa. Anche stavolta, la piccola si sarebbe barricata in casa, legandosi sotto un tavolo con del nastro adesivo. Sul posto erano presenti la tutrice nominata dal Tribunale, l’assistente sociale del Municipio, rappresentanti istituzionali come l’assessora capitolina alle Pari opportunità Monica Lucarelli, la consigliera regionale Chiara Iannarelli, parlamentari, giornalisti e attivisti dei centri antiviolenza.
La vicenda ha riacceso il dibattito sull’uso della forza nei prelievi di minori e sulla tutela dei legami familiari, in particolare con i nonni. In questo contesto, l’associazione Obiettivo Fucsia e la Garante dei diritti delle persone anziane di Roma Capitale, Laila Perciballi, hanno diffuso una nota congiunta in cui denunciano la disumanità di un sistema giudiziario che, a loro dire, ignora la propria stessa cornice normativa, privilegiando l’inserimento in struttura rispetto all’affido ai nonni.
Secondo l’associazione, la legge – in particolare l’articolo 317-bis del Codice Civile e la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia – impone di privilegiare i legami familiari significativi, come quello con i nonni, soprattutto in situazioni di incertezza genitoriale. La richiesta è che il Tribunale sospenda l’esecuzione del provvedimento e disponga una nuova valutazione affidata a un collegio peritale multidisciplinare.
Nel frattempo, cresce la mobilitazione civile e politica: una lettera aperta indirizzata al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, chiede che venga garantita la tutela della salute della bambina e che non si proceda con atti di forza, ricordando che l’esecuzione dei provvedimenti civili spetta ai servizi sociali e non alle forze dell’ordine, salvo casi eccezionali.