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      Otto pini da abbattere a Pescara dopo l’ultimo maltempo

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      A dirlo è il Presidente Ivo Petrelli in Commissione per danni al verde

      “E’ di 8 alberi caduti o abbattuti e di 8 pini ancora da rimuovere il bilancio dei danni causati sul patrimonio verde di Pescara dall’ultima ondata di maltempo, che ha visto soffiare venti di 62 nodi sotto raffica, come mai prima d’ora era accaduto negli ultimi sessant’anni. Il resto delle piante esistenti in città, invece, non sembra a oggi aver risentito della problematica meteorologica che comunque ha permesso all’Ufficio Verde di aggiornare la mappa delle alberature più o meno a rischio crollo, come emerso nel corso della Commissione Ambiente”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Ambiente Ivo Petrelli al termine della seduta convocata con il responsabile del servizio Verde Mario Caudullo.

      “L’ultima avversità meteorologica ha avuto caratteristiche di eccezionalità, non tanto per le precipitazioni questa volta, quanto per la violenza del vento che si è abbattuto sulla città e che ha colpito in maniera specifica la fascia costiera più che le zone interne – ha sottolineato il Presidente Petrelli -. A fronte di tale situazione, l’amministrazione comunale, ben consapevole dei possibili pericoli, ha subito disposto la chiusura al pubblico delle aree più a rischio, ossia parchi, riserve naturali e cimiteri, per dare il tempo agli uffici di verificare eventuali schianti delle alberature, provvedere alla rimozione delle condizioni di pericolo e riaprire al pubblico le stesse aree. Oggi abbiamo ritenuto importante fare un punto della situazione e, dalla relazione di Caudullo, è emerso che le maggiori criticità si sono verificate sui pini. In particolare sul territorio urbano si sono verificati lo schianto di un pino, abbattuto dal vento, e 3 abbattimenti effettuati dal Comune dopo aver verificato il sollevamento dell’apparato radicale delle piante piegate dal vento. In via Corridoni è invece crollato un eucalipto e gli uffici stanno valutando la necessità di rimuovere altri tre alberi della stessa specie, perché la caduta del primo ha consentito ai tecnici di verificare che in realtà sotto le radici dell’albero c’era una soletta di cemento, ovvero quegli alberi sono cresciuti sulla superficie e le radici non sono ancorate nella profondità del terreno, condizione che le rende assolutamente prive di stabilità. Paradossalmente è andata meglio nella zona della pineta dannunziana, sulla quale pure si concentravano le nostre preoccupazioni: 3 pini secchi si sono completamente ribaltati, tutti concentrati nell’area del comparto 4 devastata dall’incendio dello scorso anno e ancora chiusa al pubblico. In realtà tutti i pini presenti nell’area continuano a essere sotto osservazione, per ora seppur toccati dal fuoco non sono stati rimossi su indicazione degli agronomi che, a fronte di un incendio, suggeriscono di non toccare le piante per almeno due anni per dare loro modo di seminare nel terreno, ma è chiaro che quando quelle piante crollano a ridosso di strade e recinzioni occorre intervenire come in questo caso visto che i 3 pini si trovavano a ridosso della recinzione sul lato di via Ignazio Silone e via Scarfoglio. Lo schianto dei tre alberi ha consentito di verificare la possibile necessità di rimuovere altri 8 alberi nella stessa zona. Tirando le somme – ha proseguito il Presidente Petrelli – il bilancio non è stato completamente negativo da un lato perché la particolare criticità meteoclimatica lasciava presagire una situazione molto più complessa e con conseguenze molto più nefaste sul territorio, dall’altra perché la violenza del vento ci ha permesso di constatare la bontà delle verifiche di staticità eseguite negli anni dall’Ufficio Verde del Comune. In particolare il vento ha confermato l’elasticità di alberi che, seppur piegati, non sono a rischio crollo, come nel caso di via Regina Margherita dov’era scattato l’allarme per un pino adagiato sul tetto della scuola secondaria di primo grado. In realtà gli agronomi hanno disposto di non abbattere la pianta perché, a loro giudizio, bastava alleggerire la chioma e la pianta elastica avrebbe riacquistato la sua posizione verticale, come infatti accaduto. Ovviamente la situazione del nostro patrimonio verde resta fortemente attenzionata, anche in vista dell’arrivo dell’inverno, pronti a intervenire con misure di tutela del territorio ove ne riscontrassimo la necessità”.

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