Al fotofinish Dainese

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di Davide Pitocco

Vittoria al cardiopalma per questa tappa n. 17 tutta per velocisti. Dainese vince
al fotofinish la 17esima tappa. Dietro di lui Milan e Matthews. Per lui è la
seconda volta al Giro d’Italia, dopo quella della passata edizione a Reggio
Emilia. Quattro uomini sono stati a lungo in fuga, con un vantaggio di 2’42” sul
gruppo a oltre 170 km dall’arrivo. Leysen (Alpecin-Deceuninck), Champion
(Cofidis), Sevilla (EOLO-Kometa) e Quarterman (Team Corratec – Selle Italia).
Champion sembrava esser passato per primo al traguardo volante di Rosà, ma il
fotofinish stabilisce che è Sevilla il più veloce. Primo del gruppo è Milan che si
prende 4 punti e stasera indosserà ancora la maglia ciclamino.
La tappa di oggi è stata molto interlocutoria: niente montagne, tutta
pianeggiante. Dopo la scalata di Monte Bondone e in vista della Cima Coppi
sulle Tre Cime di Lavaredo, la tappa 17 del Giro d’Italia 2023 è stata disegnata
per le ruote veloci, un tratto in lievissima discesa da Pergine Valsugana fino a
Caorle. Nella parte iniziale si percorre una breve frazione fino a Bassano del
Grappa su strada a scorrimento veloce, poi ci si immette in provinciali con
carreggiata più stretta, attraversando la pianura vicentina e trevigiana su strade
quasi interamente rettilinee fino al Lido di Jesolo. Qui inizia il tratto finale della
tappa, che attraversa il litorale e i centri abitati, con i consueti ostacoli. Da
segnalare, a circa 23 km dall’arrivo, l’attraversamento del ponte di barche sul
Piave a Cortellazzo, con un lieve restringimento della carreggiata. L’ingresso a
Caorle negli ultimi 4km prevede quattro curve e altrettanti rettilinei in strade
larghe.
Il vincitore ha dichiarato: Tappa lunghissima. Gli ultimi chilometri sono
sembrati più lunghi rispetto alla salita di ieri: “C’è stato un grande lavoro della
mia squadra”. Il ciclista padovano ha vinto anche l’anno scorso una tappa della
corsa rosa, quella di Reggio Emilia. Oggi gli uomini di classifica si sono presi
una giornata di riposo, hanno fatto lavorare le squadre dei velocisti, interessati
alla tappa e sono rimasti nella pancia del plotone a godersi la giornata. La tappa
non ha mai avuto chances di successo, perché il resto del gruppo ha tenuto i
fuggitivi sempre lì a bagnomaria a cuocersi nel loro stesso brodo, fino a quando
non hanno deciso di colmare il divario e preparare la battaglia per i propri
velocisti.