
Il SAPPE chiede interventi urgenti
Ancora violenza nel carcere di Ascoli Piceno, dove nel pomeriggio di lunedì 16 giugno si sono verificati due gravi episodi tra detenuti, culminati nell’accoltellamento di due ristretti. I feriti, colpiti con armi artigianali, hanno riportato lesioni alla testa, alla schiena e al collo. Uno di loro versa in condizioni particolarmente gravi.
Il carcere giudiziario, già sovraffollato (60 detenuti contro i 48 posti previsti), è da tempo al centro di segnalazioni e denunce da parte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE). «La situazione è molto critica – ha dichiarato il segretario provinciale Donatello Di Marzio – e l’episodio di oggi è solo l’ultimo campanello d’allarme». Il SAPPE sottolinea anche la difficoltà nella gestione della sezione dedicata alla tutela della salute mentale (ATSM), definita una “missione impossibile” in strutture destinate alla detenzione ordinaria.
Il personale di Polizia Penitenziaria è attualmente in stato di agitazione e continua ad astenersi dalla mensa come forma di protesta. Il sindacato sollecita da tempo la chiusura della sezione ATSM e l’intervento degli organi regionali e ministeriali per tutelare il personale e riportare ordine all’interno del carcere ascolano.
Il segretario generale Donato Capece definisce “gravissima” la condotta dei detenuti coinvolti e rilancia richieste storiche del SAPPE: il potenziamento degli organici, l’espulsione dei detenuti stranieri per far loro scontare la pena nei Paesi d’origine, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per chi manifesta disturbi mentali e, non da ultimo, la dotazione di strumenti di difesa non letali come flash ball e bola wrap.
«Servono misure urgenti – conclude Capece – Lo Stato deve farsi sentire con decisione: non possiamo più tollerare questa continua impunità».