
Pescara, 5 giugno 2025 – L’autopsia sul corpo di Riccardo Zappone, il 30enne deceduto il 3 giugno a Pescara dopo un intervento della polizia, ha chiarito le cause del decesso. Secondo il medico legale Cristian D’Ovidio, consulente tecnico della Procura, la morte è stata causata da una sommersione interna emorragica da trauma toracico chiuso.
L’esame autoptico e le indagini in corso
L’autopsia ha escluso qualsiasi responsabilità dell’uso del taser da parte degli agenti intervenuti, precisando che l’arma elettrica non ha avuto alcun ruolo nel determinismo della morte. Tuttavia, le indagini della Procura di Pescara proseguono per accertare le circostanze e le eventuali responsabilità legate alla morte violenta di Zappone, descritto come una persona in condizione di particolare vulnerabilità.
La dinamica degli eventi
Secondo una prima ricostruzione, la mattina del 3 giugno Zappone avrebbe avuto un litigio con un meccanico, degenerato in una colluttazione. La polizia è intervenuta e ha portato il giovane in questura, dove ha accusato un malore improvviso nella cella di sicurezza. Nonostante i soccorsi, il 30enne non è sopravvissuto.
Ulteriori accertamenti
Gli esami tossicologici e istologici sui campioni prelevati durante l’autopsia saranno fondamentali per chiarire ulteriormente le cause del decesso. Nel frattempo, la famiglia di Zappone chiede verità e giustizia, mentre il caso continua a suscitare dibattito sull’uso del taser e sulle modalità di intervento delle forze dell’ordine.