
Teramo, 21 giugno 2025 – Ancora un tentativo di introduzione illecita di materiale vietato nel carcere di Castrogno. Nei giorni scorsi, gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno intercettato e recuperato tre pacchetti lanciati dall’esterno dell’istituto penitenziario. Il contenuto? Cento grammi di hashish, quattro smartphone e altrettanti caricabatterie. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), tramite il segretario provinciale Giuseppe Pallini.
Secondo quanto riferito, il materiale non ha superato il muro di cinta, permettendo così al personale di sicurezza di sequestrare prontamente tutto il contenuto. Un intervento definito importante, che evidenzia — per l’ennesima volta — la fragilità del sistema di sorveglianza esterna del carcere teramano.
«Anche questi tentativi maldestri dimostrano la vulnerabilità strutturale dell’istituto», ha dichiarato Pallini, che rinnova all’Amministrazione penitenziaria la richiesta di dotare gli agenti di strumenti tecnologici adeguati, come droni di sorveglianza e unità cinofile specializzate nel contrasto agli stupefacenti.
A intervenire anche il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che amplia il discorso inserendo l’episodio nel quadro più ampio delle tossicodipendenze nelle carceri italiane: «Circa il 30% dei detenuti è tossicodipendente, una percentuale che supera il 20% tra i detenuti stranieri. Nonostante la normativa italiana sia evoluta e preveda forme alternative alla detenzione per i soggetti dipendenti, le carceri continuano a ospitare un numero molto elevato di persone con problemi di droga».
Capece sottolinea come i dati più recenti confermino un trend in crescita del consumo di sostanze e dei reati correlati, richiamando l’attenzione sul bisogno urgente di rafforzare la prevenzione, anche all’interno degli istituti penitenziari. «Il SAPPE — ha concluso — sollecita investimenti concreti anche sulla formazione e l’aggiornamento professionale del personale, perché la sicurezza passa anche attraverso la preparazione degli agenti».