
Chieti – Una sentenza destinata a far discutere e a segnare un punto fermo nel rispetto dei diritti sindacali. Il Tribunale del lavoro di Chieti, nella persona della giudice Laura Ciarcia, ha accolto il ricorso presentato dalla Filcams CGIL di Chieti, condannando per condotta antisindacale la società di vigilanza Aquila Spa, al centro di gravi episodi verificatisi durante una riunione sindacale lo scorso 23 aprile nella sede aziendale di Ortona.
La sentenza ha accertato comportamenti di aggressione fisica e verbale, molestie sessiste e ostruzionismo nei confronti dell’attività sindacale messi in atto nei confronti di rappresentanti della CGIL. Tra questi, un’aggressione nei confronti di un sindacalista e gravi allusioni sessiste rivolte a una dirigente sindacale.
Il protagonista principale della vicenda è Tommaso Di Nardo, responsabile delle relazioni industriali della società e padre del neoeletto sindaco di Ortona, Angelo Di Nardo. Oltre al riconoscimento del comportamento antisindacale, il giudice ha stabilito l’obbligo per Tommaso Di Nardo di frequentare un corso di rieducazione sulla gestione della violenza fisica e verbale – un provvedimento definito “innovativo” dalla stessa CGIL, reso necessario dalla gravità dei comportamenti accertati.
Il segretario generale della CGIL di Chieti, Franco Spina, ha accolto con soddisfazione la decisione del giudice: “Mai avremmo pensato che in una riunione sindacale un nostro delegato potesse subire aggressioni fisiche e una nostra dirigente venisse umiliata con allusioni sessiste. Ora ci aspettiamo un deciso cambio di passo da parte dell’azienda”.
Preoccupazione e indignazione anche da Francesco Marrelli, segretario generale della CGIL L’Aquila, che denuncia un ulteriore episodio preoccupante: “In coincidenza con la sentenza, l’azienda ha licenziato il nostro delegato sindacale e altri iscritti alla CGIL. Valuteremo ogni azione possibile, anche presso le stazioni appaltanti, per segnalare questi comportamenti”.
La Filcams CGIL, per voce della segretaria generale Daniela Primiterra, ha ribadito l’impegno del sindacato nella difesa della dignità dei lavoratori e della libertà sindacale: “La sentenza rappresenta una vittoria della giustizia e della dignità. Ci siamo trovati costretti a denunciare fatti inaccettabili: oggi è stato riconosciuto che la nostra denuncia era fondata”.
La società Aquila Spa è stata inoltre condannata al pagamento di un risarcimento danni. Per i sindacati, però, la battaglia continua: l’obiettivo è il reintegro di tutti i lavoratori coinvolti e la costruzione di relazioni sindacali fondate sul rispetto reciproco e sulla legalità.