
Tragedia in pieno giorno, oggi, nel quartiere Portuense di Roma.
Manuela Petrangeli, una fisioterapista di 40 anni, è stata uccisa a colpi di fucile mentre si dirigeva al lavoro. La donna è stata raggiunta da un uomo che le ha sparato da un’auto di piccola cilindrata, forse una Smart. Nonostante i tentativi del personale medico del 118, Manuela è morta sul colpo.
L’aggressore si è poi costituito ed è stato identificato come l’ex compagno di Manuela, con cui aveva avuto una relazione per molti anni e da cui si era separata da tempo. La coppia aveva un figlio di nove anni.
La presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli l’accaduto sottolineando che “non bastano più indignazione e condanna, è necessario rafforzare la rete di protezione e di supporto a tante donne vittime di violenze e soprusi. La libertà e la dignità delle donne non possono essere pagate con la vita e nessuna relazione deve e può trasformarsi in paura e sopraffazione”.
Anche l’assessore alle Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale Monica Lucarelli ha diffuso una nota in cui definisce “insopportabile la voce che queste donne siano state uccise, sono 20 anni che è una scia di sangue che non riusciamo ancora ad arrestare” confidando “nel lavoro delle forze dell’ordine per ricostruire la dinamica dei fatti. Come madre, donna e assessore esprimono la mia vicinanza alla famiglia di Manuela e a suo figlio in modo particolare e ribadisco che per la lotta contro ogni forma di violenza è necessaria una rivoluzione culturale per proteggere la vita, la dignità e la libertà di ogni donna di essere se stessi”.
Per Claudia Pratelli assessore alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale, “Dobbiamo combattere questa piaga con tutta la forza possibile. Educare al rispetto e rafforzare le reti di protezione. Non è più sopportabile soccombere alla cultura del possesso che continua ad uccidere le donne, di ogni strato sociale, da ogni parte del paese “.