A Città Sant’Angelo si fa anche l’inclusione sociale e sportiva in favore della comunità ucraina

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di Bruno D’Alfonso

L’inclusione sociale e la solidarietà pro Ucraina passano anche attraverso lo sport. A Marina di Città Sant’Angelo, nel Circolo Tennis ASD Silvi ieri mattina si è svolta una sentita e commossa manifestazione di vicinanza al popolo martoriato dall’invasione russa, con un concreto sostegno su iniziativa del maestro di tennis federale e responsabile degli impianti sportivi Silvestro Di Berardino. In particolare, alla giovane tennista Mariia Nikolenko, quindicenne rifugiata ucraina in terra d’Abruzzo, è stato concesso l’inserimento all’interno della squadra giovanile che rappresenta il Circolo Tennis locale, usufruendo così dell’assistenza tecnico-sportiva a titolo gratuito con la possibilità di partecipare, oltre che ai campionati a squadre, anche ai tornei under 16 e tornei federali della F.I.T. – Federazione Italiana Tennis. In una cornice di pubblico costituita da suoi giovani connazionali rifugiati nei vari centri abruzzesi, il presidente del CONI Abruzzo Enzo Imbastaro hadato il via alla premiazione della giovane promettente campionessa, che è stata omaggiata di una completa attrezzatura tecnica di livello, ricevendo anche il calore delle autorità locali con le parole di solidarietà del presidente del consiglio comunale di Città Sant’Angelo Antonio Plevano e dei Sindaci di Pineto e Silvi Robert Verrocchio e Andrea Scordella, in rappresentanza delle amministrazioni che ospitano le varie comunità ucraine. Con la voce rotta dall’emozione, aiutata dalla sua interprete e tutrice Nataliya Navalenna, la giovane Mariia Nikolenko ha dichiarato: “Sono arrivata in Italia a marzo dello scorso anno con la mia famiglia, scappando da una guerra che nessuno riesce a capire. Provengo dalla città di Kharkiv, e lì praticavo il tennis con tante speranze per un futuro sportivo che si prospettava roseo. Purtroppo con la situazione tragica che si è creata in Ucraina la mia vita e quella della mia famiglia è cambiata, e così lo sport era diventato l’ultimo dei miei pensieri. Ma qui in Italia piano piano ho ritrovato il sorriso e la speranza di tornare ad essere la ragazza che ero. Giocando a tennis la mia mente si allontana dai ricordi delle bombe, dal terrore di quelle scene di distruzione che i miei occhi si erano abituati a vedere. Grazie di cuore al maestro Silvestro che mi ha concesso tutto ciò”.

Il responsabile del centro sportivo Silvestro di Berardino, ringraziando le associazioni “Gioia” e “Roshanak” che hanno accolto e assistono la comunità dei rifugiati, ha poi espresso il suo pensiero finale: “Lo sport deve essere inclusione in tutti gli aspetti e principalmente in questi casi in cui ci sono situazioni di disagio, a favore di persone che da un giorno all’altro si sono ritrovate in mezzo alla strada per volontà criminali altrui, per una guerra senza senso che sta seminando morte e terrore. E’ dovere di tutti noi aiutare queste persone. Sono felice di aver contribuito a restituire un pò di serenità a chi sta soffrendo”.