
Nella giornata di oggi, 16 giugno 2025, le carceri di Terni e Spoleto sono state teatro di violente proteste da parte dei detenuti, causando danni ingenti e il ferimento di almeno un agente di polizia penitenziaria. Le rivolte, scoppiate quasi simultaneamente nei due istituti umbri, hanno richiesto l’intervento massiccio delle forze dell’ordine per riportare la calma.
Secondo le prime ricostruzioni, la rivolta nel carcere di Terni sarebbe iniziata a seguito della reazione violenta di un detenuto con problemi psichiatrici, scatenata da un guasto alle docce. La tensione è rapidamente degenerata, coinvolgendo le sezioni H e G, entrambe di media sicurezza. I detenuti hanno distrutto telecamere di sorveglianza, divelto suppellettili e appiccato incendi all’interno delle celle. Alcuni agenti sono stati aggrediti, con uno di loro rimasto ferito, fortunatamente in modo non grave.
Nel carcere di Spoleto, invece, la protesta sarebbe stata innescata dalla distribuzione del vitto, con alcuni detenuti che hanno devastato le sezioni, danneggiando impianti elettrici e arredi. La situazione è degenerata quando alcuni reclusi hanno lanciato bombolette di gas infiammate contro gli agenti intervenuti per sedare la sommossa. La polizia penitenziaria ha dovuto utilizzare idranti per spegnere i focolai e respingere gli aggressori.
Come più volte segnalato dal nostro quotidiano, le rivolte odierne sono solo l’ultimo episodio di una crisi che da tempo affligge il sistema penitenziario italiano. Il sovraffollamento, la carenza di personale e le condizioni strutturali critiche sono fattori che esasperano la tensione tra i detenuti. Nello specifico della situazione umbra, va evidenziato che a Terni sono presenti 600 detenuti in una struttura che ne potrebbe ospitare al massimo 422. A Spoleto, la situazione è simile, con 498 detenuti a fronte di 456 posti disponibili.
Secondo il Garante dei detenuti dell’Umbria, Giuseppe Caforio, quanto accaduto oggi potrebbe essere solo l’inizio di una “estate di fuoco”, con il caldo torrido che aggrava ulteriormente le condizioni di vita nelle celle. Anche il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe) ha lanciato l’allarme, chiedendo misure immediate e nuove assunzioni per garantire la sicurezza degli istituti.
La politica non è rimasta in silenzio di fronte agli eventi. Il senatore Walter Verini, membro della Commissione Giustizia, ha visitato il carcere di Terni e ha chiesto un intervento urgente al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “La situazione è insostenibile. Una bomba pronta a esplodere. Cosa aspetta il ministro a intervenire?” ha dichiarato Verini, sollecitando provvedimenti immediati.
Nel frattempo, la Procura di Terni ha avviato un’indagine per valutare eventuali provvedimenti nei confronti dei detenuti coinvolti. La tensione resta alta, e il timore è che episodi simili possano ripetersi nelle prossime settimane.