
Un nuovo episodio tragico scuote il sistema carcerario abruzzese. Nella Casa di Lavoro di Vasto, un detenuto nordafricano si è tolto la vita, sollevando ancora una volta il tema delle condizioni critiche nelle strutture penitenziarie italiane. A renderlo noto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), per voce del suo segretario generale, Donato Capece, che ha espresso profondo cordoglio per la morte del detenuto e grande preoccupazione per lo stato in cui versa il sistema.
“È sempre doloroso trovarsi di fronte a simili tragedie”, ha dichiarato Capece. “Il personale della Polizia Penitenziaria opera con dedizione e professionalità, ma spesso si ritrova in condizioni di forte tensione, in solitudine operativa e privo degli strumenti adeguati per gestire situazioni così complesse.” Il sindacato evidenzia l’urgente necessità di incrementare le figure professionali all’interno delle carceri, in particolare psicologi, educatori e psichiatri, per far fronte alla crescente presenza di detenuti affetti da patologie psichiche.
Capece ha inoltre richiamato il recente intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha sottolineato l’importanza di garantire ai detenuti un trattamento conforme ai principi costituzionali. “È fondamentale che il sistema penitenziario disponga di risorse umane e finanziarie sufficienti per costruire un percorso di reinserimento sociale, nel rispetto della dignità di ogni individuo e della memoria del Corpo di Polizia penitenziaria.”
Il SAPPE ribadisce che il suicidio di un detenuto non è solo un dramma individuale, ma rappresenta anche un forte trauma collettivo che investe agenti, operatori e altri reclusi. Una realtà che richiede risposte urgenti e concrete da parte delle istituzioni, affinché le carceri possano davvero svolgere il loro ruolo rieducativo e non diventino terreno di disperazione.