
Presentazione: venerdì 22 novembre 2024, ore 15.00
Venerdì 22 novembre 2024, alle ore 15.00, presso la Prefettura di Udine sita in via Pracchiuso n. 16, alla presenza del Prefetto di Udine, dott. Domenico Lione, di Autorità cittadine e di studenti dell’Accademia delle Belle Arti “G.B. Tiepolo” di Udine, accompagnati dal Direttore dell’Accademia, prof. Fausto Deganutti, avrà luogo la presentazione delle opere realizzate dal m° Giovanni Cavazzon e donate alla Prefettura di Udine.
Così scrive il Prefetto di Udine, dott. Domenico Lione, nella prefazione del libro che accompagna l’iniziativa: “Oggi la Prefettura si arricchisce del lavoro del m° Giovanni Cavazzon, il quale ha ben compreso il valore storico dell’edificio e il senso dell’Ufficio territoriale del Governo e ne ha interpretato il significato con quadri di alto valore simbolico. Trincea, Droga, Bandiera e mascherone in via Mantica e i Primi studi per ritratto di famiglia. Una riuscita sintesi della storia dell’edificio, dell’impegno delle Forze dell’Ordine, un omaggio alla bandiera e alla città e infine i volti di due cittadini che ci hanno rappresentati nel mondo esprimendo i valori più alti della nostra cultura, l’ètoile Carla Fracci e il suo consorte, il regista Beppe Menegatti. Essi tuttavia incarnano anche un altro alto valore, quello della famiglia, raffigurati come sono insieme ai loro nipotini”.
Il Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e l’Assessore alla Cultura del Comune di Udine,Federico Angelo Pirone,si sono soffermati sul valore culturale e sulla importante scelta di presentare il maestro tramite una lectio agli allievi dell’ABA “Tiepolo” di Udine. Il prof. Ivan Crico spiegherà che Cavazzon si considera «un figlio diretto della scenografia» e basa il suo lavoro su un delicato equilibrio tra il vero e il falso. L’impostazione radicata nella scenografia e nel realismo, fa di Cavazzon un artista che non solo guarda alla tradizione, ma la utilizza come strumento di esplorazione contemporanea. La scenografia, definita dall’artista come «il vero, dunque la vita», diventa per lui un mezzo per comprendere anche altre forme d’arte, come quella astratta e concettuale, per poi tornare alla rappresentazione del reale e del figurativo, confermando che «non posso dire che la scenografia mi abbia “influenzato” perché è una tecnica assoluta». Cavazzon coinvolge lo spettatore, come in un teatro. L’opera di Giovanni Cavazzon rappresenta un esempio tangibile di come la pittura figurativa possa essere reinterpretata in senso attuale, mantenendo una connessione profonda con la tradizione, ma utilizzandola per esplorare tematiche moderne e universali. Il suo lavoro si colloca in quel dialogo tra passato e presente ribadendo che lo studio della storia dell’arte e delle tecniche tradizionali è ancora oggi una via per raccontare, con forza e autenticità, i drammi e le speranze di uomini e donne in cammino lungo le strade dell’essere.
La conclusione della cerimonia sarà affidata al Direttore dell’ABA prof. Fausto Deganutti.
Il Comune e l’Università degli Studi di Udine hanno concesso il patrocinio, così come la Camera di Commercio di Udine e Pordenone.
Le suggestive fotografie sono state realizzate da Loris Trivillin, mentre la curatrice Anna Pascolo così conclude: “Ricevere un sorriso di Carla Fracci è come ricevere un dono prezioso che arriva dritto al cuore. Tramite il disegno del m° Cavazzon, Carla continuerà a donare il suo sorriso ad ogni visitatore”.
Il m° Giovanni Cavazzon ha ritratto, tra moltissimi altri, Paola Borboni, Nilla Pizzi, Carla Fracci con Beppe Menegatti e nipoti. Nell’inedito ciclo “Le Muse”, ha come testimonial Carla Fracci, Claudio Magris, Franco Ferrarotti, Samantha Cristoforetti, solo per citarne alcuni.
“Il vero artista si riconosce da qui, come se fosse un regista teatrale cui non sfuggono l’importanza di un gesto o di un atteggiamento del volto, tecniche basilari della comunicazione. In definitiva, la pittura di Cavazzon rivendica le radici di un naturalismo che finì per radicarsi in tutta l’Italia settentrionale, una linea che prosegue ininterrotta da Caravaggio a Giacomo Ceruti. Siamo di fronte ad un pittore che conduce verso il Tremila una figurazione degna delle nostre più grandi tradizioni artistiche”.