“Gli amiconi” di Giandomenico Palka

0
398

di Paolo De Carolis  

(non annoverabile tra i suoi amici ma tra i compagni di squadra…)

“Gli amiconi” di Giandomenico Palka, edito dalla Bcc di Cappelle sul Tavo, è un libro “sui generis” che riflette pienamente la personalità dell’autore. Il lavoro si distingue per la sua scrittura informale e lo stile parlato e colloquiale. A tratti, sembra sia stata ruminata al termine da una di quelle roventi notti di Charles Bukowski, nonostante le profonde differenze tra i due autori in termini di valori e ideologie.

Il libro è una corrente continua, ininterrotta e incontenibile, proprio come l’indole di chi l’ha scritto. Si catapultano, qui, ricordi, fatti, vicende ed emozioni senza soste, dette d’un solo fiato, che bloccano il respiro al lettore. In questa unica emissione di “storie”, in siffatto fluire di sequenze libere si coglie, in lontananza, l’isterico, rutilante, pirotecnico “flusso di reminiscenze” tanto da fargli meritare il simpatico appellativo di “James Joyce all’amatriciana“.

L’opera, d’impronta memorialistica, copre circa mezzo secolo di storia, in cui emergono anche alcune vicende sociali e politiche dell’Abruzzo. Giandomenico Palka scrive in modo rumoroso e anarchico ma, sempre schietto e sanguigno, come è, per chi lo conosce, quando gioca a pallone.

Tra gli aneddoti narrati, spicca un ricordo quasi mitologico di una Bisenti che non esiste più ma, che palpita nella mente di chi l’ha conosciuta.

E tra i meriti della pubblicazione non va sottaciuto quello di aver stampato, forse per la prima volta, un’odicina di respiro anacreontico dell’illustre bisentino Umberto Mattucci, ai più sconosciuta. Un vero e proprio inno d’amore al suo paese natale che, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, ha vissuto un accecante splendore. È impossibile, poi, trascurare, tra la bruma dei ricordi anche olfattivi del dolce odore che impregnava l’aria, di un viale rigoglioso, con una fila simmetrica di tigli, posti sul ciglio della strada da cui, su ciascuno di loro, spiccava un cartello recante il nome di una delle vittime cittadine della Grande Guerra. Sarà, successivamente, la sciagurata smania di modernità a farne scempio per far posto alla “via nova”, catrame e cemento al posto degli alberi. Non è stata una grande idea ma, tant’è… Torniamo a noi, bene, lì, Bisenti, allora, finiva dove sorgeva la casa di Giandomenico e Pierpaolo, figli della Maestra Agatina. Poi solo campi e molto più su, dopo il vecchio cimitero, c’era casa Pomponio e, poco dopo, quella della famiglia Crudeli. L’attuale scuola media e il grande edificio prospiciente, che avrebbe dovuto ospitare “le scuole superiori”, sarebbero state edificate dopo. In un brevissimo spazio geometrico c’era una comunità di ragazzi pieni di sogni e speranze che il calcio teneva insieme. Un immenso nido pieno di pulcini, pronti e spiccare il volo verso il mondo che li accoglierà a braccia aperte. E le partite di pallone che non finivamo mai, sulla strada o davanti al Consorzio con interpreti di grande caratura tecnica e di personalità. Come dimenticare, i primi che mi vengono in mente, i fratelli Olivieri, i Leone, i Del Trecco. Qui mi sarà concessa una breve digressione, tra loro, alla luce della mia lunga esperienza di giornalista calcistico, avrebbe meritato un posto tra i professionisti: Giorgio Del Trecco per struttura fisica, capacità atletica, senso tattico, intelligenza di gioco e qualità tecnica. Erano altri tempi e, forse, gli è mancata solo l’occasione propizia. Tra i tanti, Giandomenico, almeno nel mio ricordo di bambino, era quello che suscitava la mia simpatia, sarà per la sua vis polemica, per una “belligeranza” solo verbale, forse perché mi somigliava tanto ma, ora posso dirlo candidamente, ho parteggiato sempre per lui, nonostante mio zio Mario Crudeli

Insomma, per chi ha vissuto tra < Via Roma e il mare>, “Gli amiconi” offre la ghiotta opportunità di salire sulla macchina del tempo e fare un viaggio attraverso le esperienze e le emozioni di un’autentica personalità abruzzese.

CHI È GIANDOMENICO PALKA

Presidente dei Medici Cattolici di Pescara e, da sempre, in prima linea a difesa della Vita e della Famiglia. Per 44 anni docente all’Università d’Annunzio e con una lunga attività alla Asl di Chieti.

Giandomenico Palka si è occupato di vari aspetti della Genetica Medica, della Citogenetica e della Genetica Molecolare. In particolare i suoi primi studi sono stati eseguiti sulla genetica di vari disordini ematologici e sull’uso delle cellule staminali midollari nei pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo. Successivamente si è occupato della sindrome di Down, dell’infertilità maschile, e più recentemente dell’ipostaturalismo. Gli studi sulla infertilità hanno consentito di porre le basi per l’istituzione di un protocollo diagnostico attualmente adoperato di routine nei casi di fecondazione assistita.  Palka si sta interessando delle cellule staminali adulte e in particolare delle cellule staminali presenti nel liquido amniotico da cui ha ottenuto osteoblasti che in futuro potranno servire per curare alcune patologie ossee. L’attività scientifica di Giandomenico Palka è documentata da 150 lavori di cui 120 su riviste internazionali. Oggi è attivamente impegnato nel volontariato.