Grande attenzione per ‘La Tavola dei Morti’ promossa dall’Associazione Fontevecchia di Pescara

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Dalla battaglia tra i Tre Cavalieri vivi e i Tre Cavalieri morti all’incontro con la Processione dei Frati Morti, tra il Pulcinella abruzzese e lu’ Mazzamurill e la riscoperta della Tavola imbandita per accogliere il passaggio dei defunti. Sono i momenti clou che hanno scandito la dodicesima edizione de ‘La Tavola dei Morti’, la manifestazione che mira a tramandare gli usi e i costumi tipicamente abruzzesi legati alla ricorrenza di Ognissanti e tutti i Morti e che come ogni anno, è stata promossa dall’Associazione Fontevecchia a Spoltore. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Spoltore Chiara Trulli, l’assessore alla Cultura Roberta Rullo, il consigliere delegato Angela Scurti e il Presidente del Consiglio comunale Lucio Matricciani, oltre al consigliere comunale di Montesilvano Marco Forconi.

“Obiettivo della manifestazione – ha ricordato il Presidente dell’Associazione Fontevecchia Luciano Troiano – è quello di trasmettere alle giovani generazioni una parte di realtà che fa parte della storia del nostro territorio. L’ormai popolare Halloween, che pure tanti festeggiano, in realtà non fa parte del nostro patrimonio culturale, né tantomeno della nostra tradizione, ma è un’eredità che abbiamo ricevuto dal mondo anglosassone e che abbiamo sposato in quanto commercialmente valida. Ora, senza demonizzare tale realtà, va però garantita anche la sopravvivenza di quel know how, di quel bagaglio di conoscenze che abbiamo ricevuto tra le memorie dei nostri nonni, dei nostri genitori e che la nostra generazione non può chiudere nel dimenticatoio, ma ha piuttosto il dovere morale di assicurarne la trasmissione e la conservazione, ricordando ai più piccoli, ai bambini, che nella Notte di Ognissanti non c’è nulla di pauroso o spaventoso, non ci sono mostri o spiriti vaganti con volti trasfigurati, ma piuttosto è la notte in cui il mondo dei vivi ha l’illusione di potersi riavvicinare, in un modo mistico, a quello dei vivi senza alcun timore, nella speranza di poter in qualche modo tornare a sentire vicini coloro che ci hanno lasciato e che ci hanno tanto amato, riscoprendo, al tempo stesso, quei riti che affondano le radici lontano nel tempo”.  

Oltre un centinaio le persone che hanno partecipato all’evento, assicurandone il successo: l’iniziativa è partita, come da tradizione, dal piazzale antistante la sede della Motorizzazione civile, con il ‘Racconto dei Luoghi’, riportando alla memoria la leggenda dei cavalieri spagnoli che lasciavano i propri cavalli abbeverarsi alla ‘fonte’ che, secondo le ricostruzioni storiche, doveva trovarsi nell’area oggi occupata dalla rotatoria antistante la motorizzazione stessa. Quindi il cammino si è snodato lungo il viale delle querce, risalendo il sentiero con alcune pause narrative ciascuna delle quali caratterizzata da un racconto su vicende e personaggi che hanno caratterizzato il Borgo stesso. Lungo la stradina del borgo, alla ‘vutate de lo lope’, il corteo ha incrociato la Processione dei Frati Morti, quindi la leggenda duecentesca dei tre Cavalieri vivi che incontrano i Cavalieri morti, e un narratore che ha raccontato il concetto della Morte nel Medioevo, e ha accompagnato i presenti sino all’oliveto dove hanno trovato ‘Lu’ Mazzamurille’, spiritello dispettoso abituato a prendersi gioco dei vivi, e la ‘tomba del Cavaliere’. All’ingresso del Borgo Case Troiano si è svolta la rappresentazione scenica della lotta tra la vita e la morte, con i Cavalieri, l’Altare devozionale per le anime del purgatorio, e quindi la visita delle abitazioni con le tavole imbandite per la cena accompagnati dal ‘Cantore di Ognissanti’ e dal suono delle zampogne. “La tradizione vuole infatti – ha spiegato il Presidente Troiano – che in tutte le case contadine, nella notte di passaggio tra il primo e il 2 novembre, si lasciasse la tavola imbandita con tutte le leccornie del pranzo della domenica, dall’antipasto abruzzese alla chitarra all’uovo al sugo al pollo arrosto con le patate e fino al dolce, quale simbolo di accoglienza per le anime dei cari defunti che a mezzanotte in punto sarebbero tornati nelle loro case per un breve passaggio. E sempre la tradizione racconta che, al risveglio al mattino successivo, tutti i piatti che si fossero ritrovati sulla tavola, ovviamente, non sarebbero stati consumati dai presenti, ma sarebbero stati donati ai poveri del borgo, quale ulteriore omaggio devozionale per le anime del Purgatorio”. All’esterno di ogni abitazione la scoperta dei simboli, come il sacchetto di grano, la scopa rovesciata, la bacinella piena d’acqua per ritrovarci il volto dei propri cari, il bastone, la simbologia del ponte delle anime, il teschio romano, le anime pezzentelle e il ‘Pulcinella abruzzese’, quale trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti. La manifestazione verrà ripetuta sabato 5 novembre a Napoli, in virtù del gemellaggio esistente tra l’Associazione Fontevecchia e l’Associazione I Sedili di Napoli, con la ‘Processione dei Frati Morti e delle Anime Perse’, ancora una volta ad aprire il ‘Natale lungo partenopeo’.