Al via per il secondo anno consecutivo il progetto di residenza artistica con IL PONTE DEI VENTI, diretto da Iben Nagel Rasmussen nell’ambito del progetto di Residenze per Artisti nei Territori finanziato da Ministero della Cultura e Regione Puglia – Piiil Cultura, Teatro Pubblico Pugliese.
Attrice, regista, insegnante e scrittrice, tra le prime ad aderire al progetto dell’Odin Teatret di Eugenio Barba, Iben Nagel Rasmussen ha saputo interpretare a pieno lo “spirito guerriero di Odino” e sviluppare una personale linea di ricerca artistica e pedagogica.
Dal 1989 la Rasmussen guida Il Ponte dei Venti, un progetto annuale con attori provenienti dall’America Latina e dall’Europa che condividono la loro esperienza artistica e creano spettacoli: non si tratta di un’esperienza definibile semplicemente come insieme di tecniche, metodi e forme di allenamento ma, piuttosto, come modo per imparare attraverso se stessi grazie alla guida essenziale di un maestro e alla responsabilità personale.
A Lecce saranno presenti Carlos Simioni, Tippe Molsted, Lina Della Rocca, Guillermo Angelelli, Antonella Diana, Sandra Pasini, Rafael Magalhães, Tatiana Cardoso, Francesco Galli, Annemarie Waagepetersen, Iza Vuorio, Jori Snell, Luis Alonso, Sofia Monsalve Fiori, Emilie Molsted , Frida Molsted, Miguel Jerez, Marcos Rangel Koslowski , Rodrigo Carinhana.
“Nel 1989 – racconta Iben Nagel Rasmussen – ho riunito un gruppo di giovani attori, danzatori e cantanti più una scenografa per un seminario all’Odin Teatret, in Danimarca, a cui mi sono unita nel 1966. Oggi i membri del Ponte dei Venti sono 25, provengono da 11 paesi fra Europa e Sudamerica. Ci incontriamo un mese all’anno.
All’Odin Teatret ho creato un training personale con esercizi suddivisi secondo diverse “forme di energia”. L’allenamento vocale è rimasto basato sui risonatori, esattamente come era all’inizio, quando sono entrata all’Odin. Partendo da questa base abbiamo sviluppato un allenamento fisico e vocale che è comune a tutto il gruppo e che ogni membro può insegnare, modificare e usare in modi diversi, nel proprio paese e in altri contesti […] Ho sempre inteso non limitarmi solo all’aspetto tecnico dell’insegnamento. Per me è stato importante che, accanto alla formazione, il lavoro creativo si sviluppasse attorno ad un tema, una mini-performance e un concerto con canti provenienti dai rispettivi paesi degli attori. E’ sempre stato fondamentale e pieno di senso il “dove” sarebbe stata presentata la performance, cioè quale contesto sociale o culturale avrebbe accolto il risultato del nostro lavoro. Abbiamo fatto spettacoli e concerti nei campi profughi, nelle chiese, nelle scuole, in un piccolo villaggio di pescatori, in un centro culturale, immersi nella natura, in una stanza piccola con poche donne anziane o in una piazza enorme. In Polonia, Danimarca, Belgio, Italia, Colombia e Brasile. E spesso abbiamo chiesto di essere pagati con una moneta culturale: danze, canti e musica del luogo, cioè un baratto.”
Ed è proprio in quest’ottica che si sviluppa il lavoro socio-pedagogico di Koreja al fianco del Ponte dei Venti concentrandosi sull’utilizzo dell’arte teatrale come strumento educativo e di inclusione sociale. Alcuni spettacoli saranno realizzati in luoghi come comunità di recupero o RSA, con l’obiettivo di promuovere il benessere, l’integrazione e lo sviluppo personale e collettivo.