Da eroe a scarabocchio il passo è breve. Soprattutto in una città dove il rispetto per la cosa pubblica non è propriamente una priorità. Sul lungomare nord di Pescara, in uno dei tratti più frequentati dalla cittadinanza e, d’estate, anche dai turisti, si staglia il monumento a Raffaele Paolucci. Un ardito che durante la Prima guerra mondiale si distinse per un atto di straordinario coraggio: fece un’incursione nel porto di Pola, in Croazia, e affondò la nave ammiraglia della flotta austroungarica. Il blitz ebbe grande eco e contribuì alla vittoria dell’Italia contro l’Impero. Paolucci venne insignito della Medaglia d’oro al valor militare, che Pescara, negli anni ’70, volle celebrare con una stele. Il tempo, si sa, cambia la percezione delle cose e non ci meravigliamo che un eroe finisca nel dimenticatoio. Ci meravigliamo, invece, che i maleducati lo irridano con scritte e segni incomprensibili sul suo monumento e che il Comune non provveda a cancellarle. (dipescara3)
