
Denunciate gravi violazioni dei diritti consiliari. Salta l’approvazione di due delibere
Clima rovente nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, dove si è consumato uno scontro acceso tra il gruppo consiliare “Pettinari per l’Abruzzo” e la maggioranza di centrodestra. Al centro delle polemiche, l’esame della delibera sulla commissione taxi, oggetto di decine di emendamenti presentati dall’opposizione con l’obiettivo di garantire maggiore collegialità e valorizzare il lavoro delle precedenti commissioni.
Secondo quanto denunciato da Domenico Pettinari, leader del gruppo e presidente dell’omonimo movimento politico, gli emendamenti sarebbero stati rigettati dal Presidente del Consiglio comunale con motivazioni pretestuose, innescando una durissima reazione culminata nel blocco dei lavori e nella mancata approvazione delle due delibere in discussione.
La tensione ha raggiunto l’apice quando Pettinari sarebbe stato ripetutamente invitato a lasciare l’aula, in violazione – a suo dire – del regolamento comunale: «Un atto di prepotenza politica che si ripete da tempo e che calpesta i nostri diritti democratici», ha dichiarato.
In segno di protesta, l’opposizione ha esposto uno striscione con la scritta “Fuori i nomi dei 114 fornitori morosi pagati dal Comune di Pescara”, chiedendo trasparenza su una vicenda che, secondo Pettinari, affonda le radici nel mancato accesso integrale agli atti da parte dell’Ente: «Ci hanno fornito importi, ma oscurato i nomi. Il regolamento prevede che possiamo accedere anche a dati sensibili, perché allora questa reticenza?».
Pettinari ha denunciato anche episodi di offese verbali ricevute in precedenti sedute, puntando il dito contro un clima istituzionale ostile nei confronti dell’opposizione: «Siamo stati definiti ‘fascisti’ e insultati pubblicamente, ma non intendiamo arretrare. La nostra sarà un’opposizione senza compromessi».
Tra i nodi sollevati, anche la richiesta di maggiori controlli sugli incarichi esterni affidati dal Comune e sulla gestione del debito Tari, che ammonterebbe a cifre rilevanti. «Forse poniamo domande scomode, ma non per questo abdicheremo alla nostra funzione ispettiva», ha concluso.