Una cosa è certa: se si tratta di energia, l’Italia prende mazzate da tutte le parti perché sta pagando, e a carissimo prezzo, le scelte, per molti sarebbe il caso di parlare di errori, fatte negli anni passati. La società petrolifera Rockhopper Exploration, con sede nelle North Falkland, con una nota ha fatto sapere di aver vinto l’arbitrato con lo Stato italiano per la vicenda di Ombrina Mare, progetto petrolifero davanti alla Costa dei Trabocchi, nel Chietino. L’indennizzo è di 190 milioni di euro. Una mare di soldi, è proprio il caso di dirlo. L’Italia ha 120 giorni per opporsi alla provvedimento. La Rockhopper sostiene che il mancato rilascio della concessione petrolifera Ombrina Mare abbia violato il Trattato sulla Carta dell’Energia. Il Ministero dello Sviluppo nel 2016 decise di fermare le autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi offshore entro le 12 miglia dalla costa. L’arbitrato su Ombrina era iniziato nel 2017, e a disporre la sentenza è stato l’International Centre for Settlement of Investment Disputes, in base al Trattato sulla Carta dell’Energia, che è deputato a gestire controversie internazionali di questo tipo. Il colosso Rockhopper ha fatto ricorso a un meccanismo conosciuto come Isds, cioè Investor-state dispute settlement, in base al quale un privato di richiedere i danni a uno Stato. Il caso Ombrina e i pesanti effetti della sanzione rimarcato ancora una volta la deficitaria politica sull’energia dell’Italia.
Ombrina Mare, lo Stato italiano condannato a risarcire 190 milioni di euro alla Rockhopper Exploration
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