
L’Aquila, 2 luglio 2025 – Concluso in Commissione il primo passaggio legislativo per l’avvio del piano di fusione tra l’Azienda regionale delle aree produttive (ARAP) e il Consorzio per lo sviluppo industriale Pescara-Chieti (CSI), si accende il confronto politico sulle prospettive di sviluppo industriale in Abruzzo. A intervenire nel dibattito è il consigliere regionale di Forza Italia, Emiliano Di Matteo, che ha rivendicato l’impostazione strategica della riforma proposta.
«La riforma che si prepara ad arrivare in Aula – dichiara Di Matteo – non è solo un atto tecnico, ma una scelta politica precisa: mettere al centro le imprese, la produzione e il lavoro, rilanciando l’ARAP e valorizzando le competenze attive sui territori. Abbiamo una visione chiara: semplificare la governance, ma senza sacrificare il patrimonio industriale e professionale esistente».
Il testo legislativo ha ricevuto parere favorevole dalla maggioranza, con astensione del Partito Democratico e di Azione, mentre si sono espressi contrariamente il Movimento 5 Stelle e il gruppo Abruzzo Insieme. Di Matteo ha sottolineato che si tratta di una base solida ma aperta a miglioramenti, che troveranno spazio nel confronto consiliare.
“No alla liquidazione dell’ARAP”
In merito alla struttura attuale dell’ARAP, Di Matteo esclude l’ipotesi di una sua liquidazione: «L’ARAP non va superata, ma rafforzata e rilanciata. È il perno di un progetto di sviluppo che deve integrarsi con il tessuto produttivo locale e accompagnarlo nella transizione verso maggiore competitività e innovazione».
Secondo Forza Italia, il nuovo assetto proposto dalla riforma dovrà garantire maggiore efficienza nella gestione delle aree industriali, un accesso semplificato ai servizi per le imprese, e una strategia condivisa tra enti e territori per attrarre nuovi investimenti e rilanciare l’occupazione.
Verso l’esame in Consiglio regionale
Dopo l’approvazione in Commissione, il progetto di legge è atteso nell’Aula del Consiglio regionale, dove si aprirà il dibattito politico e tecnico per definirne il testo finale. «Questa riforma – conclude Di Matteo – è pensata per il bene del territorio, delle imprese che vi operano e delle persone che ogni giorno costruiscono valore attraverso il loro lavoro».