
Roma – Il recente riconoscimento da parte del Ministero del Lavoro di alcune organizzazioni datoriali, tra cui Conflavoro, riaccende i riflettori sul tema della rappresentanza sindacale. A lanciare l’allarme è Vera Buonomo, segretaria confederale della UIL, che mette in guardia dal rischio di confondere il mero deposito di un contratto collettivo con la garanzia di una contrattazione realmente tutelante per i lavoratori.
“La rappresentatività non può basarsi su formalismi – ha dichiarato Buonomo – ma deve poggiare su criteri chiari e trasparenti, misurati sulla reale presenza nei luoghi di lavoro, sulla consistenza delle deleghe e sulla capacità effettiva di garantire diritti e condizioni dignitose ai lavoratori”.
La sindacalista denuncia il proliferare di contratti “al ribasso”, sottoscritti da sigle formalmente riconosciute ma prive di reale legittimazione sindacale, che alimentano fenomeni di dumping salariale e normativo. Un meccanismo che, secondo la UIL, mina la tenuta dell’intero sistema di relazioni industriali.
Per questo, Buonomo rilancia la richiesta storica del sindacato: norme semplici e vincolanti sulla rappresentanza, che si rifacciano agli accordi interconfederali già firmati dalle parti sociali. “Solo così – conclude – sarà possibile arginare definitivamente i cosiddetti contratti pirata e restituire centralità alla contrattazione collettiva autentica”.