di Paolo De Carolis
Se mi chiedi chi è Franco Farias ti dico: un grande abruzzese, con il sole in tasca, il sale in zucca, la bontà in cuore e l’onestà nell’anima. Una vera fortuna averlo conosciuto!
Franco Farias è stato un uomo di cultura, scrittore e dirigente sindacale. La sua scomparsa è una delle perdite più dolorose del giornalismo abruzzese. Sulle sue virtù umane e professionali si è detto tutto, ed è impossibile pensare di esaurire in poche righe la straordinaria esperienza di testimone del suo tempo e della sua terra: servirebbero due vite! La produzione di scrittore, storico, cronista e critico è davvero monumentale.
Per quanto mi riguarda col pensiero, però, vado a tanti anni orsono. Ai suoi primi passi nella sua vita di cronista di talento. Ha cominciato sotto la guida sicura di un altro grande Maestro: Federico De Carolis che, allora, guidava, dal proprio domicilio, l’edizione locale de Il Resto del Carlino. Al fianco di questo giovane loretese, si muoveva un altro aspirante giornalista, che farà, poi, una carriera fantastica: Pino Buongiorno in grado di arrivare in pochi anni a ricoprire l’incarico di vice direttore di Panorama. Un trio formidabile e che, oggi, perde il suo elemento più giovane. Di Franco Farias è stato facile tratteggiarne il grande spessore umano, la solida competenza nel lavoro, l’enorme cifra morale, il nitido profilo di studioso, anche flaianeo. A mio modesto avviso merita, però, un plauso speciale per il grandioso impegno nella conoscenza e nella divulgazione dei gruppi bandistici musicali d’Abruzzo. Il libro sulla storia delle bande abruzzesi, scritto insieme a Francesco Sanvitale, è una spinta propulsiva alla scoperta delle profonde radici culturali “aprutine”.
Un’attività certosina che, dal punto di vista antropologico, non ha pari.E la sua eredità sarà sicuramente una luminosissima stella polare da non perdere mai di vista.
Il mio abbraccio va alla moglie Carmela e agli amati figli: Edmondo (Eddy), molto apprezzato nel mondo calcistico per i suoi trascorsi da attaccante prolifico e ad Alessandra, amica e collega stimatissima
