Le credenze popolari

di Elisa Pagliaro (*)
Vi è mai capitato di aver creduto per anni a qualcosa per poi scoprire bruscamente che non era proprio come pensavate?
Un po’ come quando ho scoperto che il gioco che facevo da bambina, “un, due, tre, stella”, in realtà è “un, due, tre, stai là”. Per me è stato un trauma e forse adesso avrò segnato negativamente la giornata di qualcuno di voi.
In questo articolo, però, non parleremo dei giochi della nostra infanzia ma di credenze popolari, luoghi comuni, miti e leggende riguardanti il mondo dei cani.
Quante volte abbiamo detto o sentito dire il mio cane fa i dispetti, oppure i cani vedono in bianco e nero, prendo un cane piccolo perché vivo in appartamento, magari un bel bassotto o un tenero Jack Russell. Oppure prendo un cane tanto ho il giardino. O meglio ancora, il mio cane mi monta perché mi vuole dominare. Ma nella mia top ten, il premio per la migliore credenza popolare tramandata di generazione in generazione, va (rullo di tamburi), al povero Dobermann con la sua famosa e violentissima esplosione del cervello a causa di una scatola cranica poco sviluppata.
Mi chiamo Elisa e sono un’educatrice cinofila e sì, anch’io sono venuta su a latte e luoghi comuni sui cani, finché un bel giorno ho deciso che dovevo saperne di più e da quel momento non mi sono più fermata.
Tutto è iniziato con Lola, la mia labrador. Adesso starete tutti pensando al cucciolo della pubblicità della Scottex, certo fatelo pure, ma sappiate che un cucciolo nella realtà potrebbe distruggere quel rotolone di carta igienica in meno di cinque secondi, disseminando coriandoli di carta ovunque.
Anch’io prima di addentrarmi nel meraviglioso mondo dei cani ho fatto tanti errori pensando che solo l’amore potesse bastare, che tre passeggiate al giorno dell’isolato potessero rendere felice il mio amico a quattro zampe, che se distruggeva le pantofole era un dispetto perché le girava così. Ma poi ho capito che non era possibile, quei maledetti luoghi comuni non solo stavano mettendo a repentaglio la mia relazione con Lola ma non facevano altro che sminuire il meraviglioso mondo dei cani.
Dove sbagliavo, cosa mancava? La soluzione è arrivata quando ho iniziato a vedere Lola per quello che è veramente, un cane con un naso infallibile, con il suo carattere, con le sue fragilità e la sua emotività, un individuo in grado di ragionare, scegliere e decidere. Un individuo con le sue motivazioni, le sue necessità e una straordinaria mente pensante.
In passato si pensava al cane come ad un essere vivente i cui comportamenti erano semplici risposte a degli stimoli, quindi tutto si riduceva a meri automatismi. E invece touché signori e signore. Il cane partecipa in modo attivo al mondo che lo circonda e lo interpreta in base alle esperienze fatte e attraverso la sua visione di specie. Il cane ci frega sempre, ci legge meglio di nostra madre quando ci fissa negli occhi, sente le nostre emozioni meglio del nostro psicanalista, lui le percepisce con il naso, attraverso il nostro tono di voce e per non farci mancare nulla, anche in passeggiata, attraverso la nostra gestione del guinzaglio.
Ora addentriamoci nelle nostre amatissime credenze popolari. Non mi soffermerò su quella del Dobermann perché sappiate che il cervello non esplode, forse esplode al proprietario del Dobermann tutte le volte che gli viene fatta questa domanda, ma questo è un altro discorso.
Dispetti, vista in bianco e nero, un bel bassotto da compagnia, l’enorme giardino della felicità.
Per sfatare questi luoghi comuni ci basta guardare negli occhi il nostro cane e ripetere come un mantra queste tre parole: arousal, emozioni e motivazione. Ogni cane, come d’altronde ogni persona su questa terra, ha un livello di attivazione emozionale (arousal). Mi spiego meglio e magari in questo modo eviterò a qualcuno di voi di pensare che il proprio cane sia indemoniato o che non abbia voglia di ascoltarvi. Vi è mai capitato che rientrati in casa dopo una giornata di lavoro, il cane sia super eccitato di vedervi e qualsiasi richiesta sembri inascoltata? Ecco la risposta, l’eccitazione eccessiva provoca una diminuzione della concentrazione, per cui potrete anche alzare la voce e diventare dei soprani ma il cane non smetterà di proporre quel comportamento, anzi il vostro stato d’animo alterato non farà altro che aumentare il disagio generale.
La condizione perfetta è sempre la via di mezzo, perché permette al cane di ragionare “a mente lucida”, e questo livello, vi assicuro che con il giusto impegno, si può raggiungere. Come dice quel famoso detto? La calma è la virtù dei forti? Sappiate che con i cani è necessaria. E soprattutto ci servirà per sostenerli e guidarli verso quella che sarà la potentissima capacità di autoregolarsi.
Passiamo alle emozioni, che siano negative o positive, tutte le emozioni sono necessarie e il cane è in grado di provarle tutte, empatia inclusa. Non dovremmo mai sottovalutare le emozioni che provano i cani e quelle che proviamo anche noi in relazione a loro. È di fondamentale importanza ricordarsi che sono proprio le emozioni a guidare i comportamenti e che per il benessere dei nostri cani è necessario prima di tutto leggere quali emozioni stanno vivendo.
Passiamo ora alla terza parola, ultima da trattare ma non di certo per importanza: motivazione, ogni cane ha le proprie motivazioni, in parole spicciole si tratta del connubio tra necessità e desideri, insomma ogni cane nasce con delle motivazioni ben chiare, ha bisogno di fare qualcosa che lo gratifichi e lo appaghi. Ad esempio un cane da caccia avrà una forte spinta perlustrativa, per cui non meravigliatevi se una volta libero, sentirà il bisogno di prendere grandi distanze.
Dimenticate la parola dispetti e sostituitela con insoddisfazione o con comportamenti sostitutivi. Perciò respirate profondamente, non arrabbiatevi inutilmente ma fatevi delle domande, perché il mio cane si comporta così? Lo sto ascoltando realmente? Riesco davvero a capire chi è il mio cane, so di cosa ha bisogno? Le risposte sono tante e diverse a seconda del caso ma prima di tutto chiedetevi se avete soddisfatto i suoi bisogni, e le sue motivazioni, se avete ben interpretato le sue emozioni e se lo avete ascoltato. Ma soprattutto chiedetevi se quel cane è libero di essere sé stesso, insomma libero di essere cane.
Per cui se avete un giardino e pensate che il cane possa essere felice solo perché ha un enorme giardino a disposizione, la risposta è no. Il cane è un animale sociale, avrà piacere a trascorrere anche del tempo in giardino ma avrà sempre il sacrosanto diritto, per essere appagato, di conoscere il mondo, di passare il suo tempo insieme a voi, di fare esperienze. Se avete un appartamento sappiate che il cane ha bisogno di uscire, ha bisogno di annusare, di fare passeggiate di qualità, di vivere la libertà e di poter scegliere. Sia che si tratti di un maltese sia di un mastino napoletano. Insomma ogni cane per vivere in equilibrio con il mondo avrebbe bisogno di capire chi è, di fare esperienza anche con i suoi simili, di confrontarsi, di sentirsi ascoltato e dovrebbe avere consapevolezza di sé.
Il mio augurio è che vi soffermiate sempre a pensare prima di scegliere un cane come alleato e membro attivo della famiglia. Adesso avete qualche dettaglio in più per fare una scelta ponderata anche in base al vostro stile di vita, alle vostre aspettative, a quanto siete disposti a modificare le vostre abitudini per fare spazio ad un altro individuo.
Un cane è una scelta che fate per tutta la vita, una meravigliosa responsabilità, ci saranno alti e bassi statene pur certi, modellerete le vostre vite in modo che combacino perfettamente, ma una volta trovata la giusta chiave di lettura, avrete la storia d’amore più bella di sempre.
(*) Educatrice Cinofila