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      Pescara Jazz 2025: il futuro della musica affonda le radici nella sua storia

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      Pescara, 28 giugno 2025 – Nella città adriatica dove il jazz è approdato ben prima del 1950 con le attività dell’Hot Club locale, torna protagonista il Festival Internazionale Pescara Jazz, giunto a una nuova, entusiasmante edizione. Una rassegna che non celebra solo la memoria, ma continua a rinnovarsi, proiettando il futuro della musica afroamericana tra le onde del Mar Adriatico e le trasformazioni della scena globale.

      A raccontare la lunga e fertile tradizione jazzistica di Pescara è lo storico Francesco Martinelli, che in un viaggio tra passato e presente sottolinea come questo festival, attivo fin dal 1968 sotto la guida di Lucio Fumo, abbia saputo restare specchio e stimolo della cultura musicale internazionale. Dalle prime influenze cool jazz europee all’apertura nelle piazze dopo il Sessantotto, fino alla sua forma attuale, il Pescara Jazz si è rivelato uno specchio delle metamorfosi del genere.

      L’edizione 2025: una mappa globale del jazz contemporaneo

      Sotto la direzione artistica di Angelo Valori, compositore e didatta di profilo internazionale, l’edizione 2025 mette in campo un cartellone che incarna l’eclettismo del jazz del nostro tempo: una musica che unisce, trasforma, contamina e ascolta il mondo.

      Dalla Cuba di Aymée Nuviola, voce erede di Celia Cruz e interprete della storia musicale caraibica, alla Lydian New Call Orchestra diretta da Riccardo Brazzale, laboratorio orchestrale ispirato ai maestri George Russell e Gil Evans. Dall’omaggio di Gegè Telesforo alla memoria del Big Mama di Roma al suono visionario e militante del giovane sassofonista di Chicago Isaiah Collier, influenzato da Sun Ra, Coltrane e l’AACM.

      L’Italia del jazz e il legame con il territorio

      In cartellone anche le eccellenze italiane: l’abruzzese Tony Pancella, con un progetto dedicato ai pianisti dimenticati del jazz moderno; Stefano Bollani, che presenta un quintetto cosmopolita accanto a Larry Grenadier, Jeff Ballard, Vincent Peirani e Mauro Refosco; il progetto “More Morricone” di Spinetti, Ceccarelli e Renzetti che rilegge l’opera del grande compositore italiano con lenti jazzistiche contemporanee.

      Tornano anche le leggende: Billy Cobham, 80 anni di groove tra fusion e sperimentazioni elettriche, rilegge con musicisti italiani i fasti di “Spectrum” e “Crosswinds”; il visionario Makaya McCraven, che reimmagina il jazz oltre le etichette, tra live sessions e remix; e il quartetto guidato da Joe Lovano con il trio polacco Wasilewski–Kurkiewicz–Miskiewicz, che si muove nel solco della scuola ECM con eleganza e audacia.

      Il gran finale: Shablo riporta il jazz alle sue radici popolari

      Chiude il festival l’apertura del tour estivo di Shablo, produttore e beatmaker tra i più influenti della scena urban italiana, affiancato da Tormento, Joshua e Mimì, per un concerto che lega jazz, hip hop e contemporaneità in uno show dirompente. “Il jazz è la radice di tutta la musica black contemporanea” ha dichiarato, e questa chiusura vuole dimostrarlo a suon di groove, suoni urbani e riflessi generazionali.

      Una tradizione che guarda avanti

      Con il suo mix di ricerca, radici, sperimentazione e incontro tra generazioni, Pescara Jazz 2025 si conferma uno degli eventi culturali di punta dell’estate italiana. Un festival che continua a rigenerarsi, restando fedele alla sua missione: portare il jazz – vivo, mutevole, globale – nel cuore pulsante della città.

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