“Un mare di legalità”: concluso a Taranto il workshop WWF contro i crimini ambientali in mare

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Taranto – Si è svolto nella giornata di ieri il workshop “Un mare di legalità”, promosso da WWF Italia con il supporto dell’Università di Bari, della Procura di Taranto, della Capitaneria di Porto e di diverse istituzioni locali. Un appuntamento di studio e confronto dedicato alla tutela giuridica dell’ambiente marino, alla luce delle crescenti criticità legate alla pesca illegale, al degrado delle aree protette e al traffico illecito di specie.

Al centro del dibattito: oloturie, datteri di mare e ricci, specie vittime di un prelievo indiscriminato e di un commercio illegale che affligge l’intero bacino del Mediterraneo. Danni ambientali enormi che si intrecciano con difficoltà legislative e investigative, denunciati da magistrati, ricercatori, forze dell’ordine e operatori del settore riuniti in quattro tavoli tematici dedicati a pesca illegale, inquinamento, demanio e aree marine protette.

Particolarmente allarmante il dato relativo alla distruzione delle praterie di posidonia oceanica: nel 2024, oltre 50.000 ettari danneggiati da ancoraggi indiscriminati, una ferita ecologica difficile da sanare, con effetti negativi su biodiversità, protezione costiera e assorbimento di CO₂.

Durante il convegno è stato conferito il premio “Un mare di legalità” alla Procura della Repubblica e alla Guardia Costiera di Taranto, per l’impegno profuso nella difesa dell’ambiente marino e per l’approccio aperto al dialogo con la società civile. “La legalità comincia dalle azioni preventive – ha sottolineato la Procuratrice Eugenia Pontassuglia – e richiede un lavoro sinergico tra istituzioni, cittadini e associazioni.”

Oltre 120 partecipanti hanno animato la giornata, con l’obiettivo comune di rafforzare la conoscenza normativa, promuovere una cultura ambientale consapevole e avviare proposte concrete per una gestione sostenibile del mare. “Conoscenza e legalità devono camminare insieme se vogliamo un futuro per i nostri ecosistemi marini”, ha dichiarato Domenico Aiello, responsabile tutela giuridica WWF Italia.

Il workshop ha ribadito infine l’importanza strategica delle aree marine protette e dei siti Natura 2000, veri scrigni di biodiversità da custodire con ogni strumento operativo e giuridico disponibile. “Sono le nostre banche del mare – ha concluso Giulia Prato, responsabile mare WWF Italia – e proteggerle significa investire nel futuro delle comunità costiere e dell’ambiente.”