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      Un parco fluviale lungo il fiume Alento: prospettive, rischi e opportunità

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      Si è svolto domenica scorsa a Francavilla al Mare l’incontro pubblico “Il fiume Alento e il nostro mare“, organizzato presso il Palazzo Sirena dal Gruppo Facebook “Francavilla al mare è tua” e dall’Associazione Alento.

      Ha coordinato i lavori Raffaelle Bonanni, e hanno partecipato il consigliere regionale Nicola Campitelli con delega al territorio e al demanio marittimo, il direttore di dipartimento arch. Pierpaolo Pescara, Riccardo Padovano, Presidente SIB Abruzzo, e la Sindaca Luisa Russo.

      Durante l’evento sono emerse diverse proposte per valorizzare il fiume, tra cui la creazione di un parco fluviale. Il fiume Alento, che si snoda per circa 35 km dalle pendici della Maiella fino al mare Adriatico, rappresenta una risorsa naturale e paesaggistica significativa per l’Abruzzo. Tuttavia, è anche un elemento di rischio per il territorio locale, specialmente per insediamenti commerciali presenti su aree potenzialmente esondabili.

      L’idea di un parco fluviale lungo l’Alento ha richiamato alla mente i Giardini del Turia di Valencia, un progetto urbanistico e paesaggistico che ha trasformato il letto del fiume, a suo tempo deviato per rischio alluvioni, in un grande spazio verde. Il contesto è ovviamente molto diverso, poiché il fiume Alento resta un corso d’acqua attivo. Questo implica sfide significative in termini di sicurezza idraulica e manutenzione, soprattutto in aree già a rischio esondazione.

      È indubbio che un parco fluviale sull’Alento potrebbe diventare un’opportunità per collegare le aree urbane alla natura, creando percorsi ciclabili e pedonali e incentivando il turismo sostenibile. Tuttavia è ancora necessario intercettare la fitta rete di scarichi che ancora insistono sull’asta fluviale, come anche garantire che il fiume possa contenere la sua funzione idraulica senza compromettere la sicurezza del territorio.

      Durante il convegno è stato sottolineato il rischio rappresentato dagli ostacoli presenti nel letto del fiume (ripulire il fiume dei tanti ostacoli che possono renderlo minaccioso e pericoloso). L’idea di “ripulire” suppongo sia stata proposta per ridurre il rischio di esondazioni. Tuttavia, è fondamentale chiarire cosa si intende per “pulizia”: infatti rimuovere gli “ostacoli naturali” potrebbe alterare l’ecosistema fluviale, mentre interventi mal pianificati potrebbero comprometterne la biodiversità. Al contrario, è necessario un approccio scientifico che bilanci la sicurezza idraulica con la tutela ambientale.

      A tal riguardo sono stati chiamati in causa i “Contratti di fiume“: già finanziati con 350.000,00 € dalla Regione Abruzzo, sono stati indicati come strumenti concreti per promuovere la riqualificazione ambientale e territoriale, potendo potenzialmente integrare interventi di mitigazione dei rischi idraulici con progetti di sviluppo sostenibile, in linea con le sfide della transizione energetica ed ecologica.

      L’esperienza di altre iniziative, come la Ciclovia dei Trabocchi, dimostra che investire in progetti ambiziosi può generare benefici economici, sociali e ambientali. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di coinvolgere istituzioni, privati e cittadini in un gioco di squadra.
      Un parco fluviale lungo il fiume Alento rappresenta una visione interessante ma complessa.

      Per realizzarla, sarà necessario superare le perplessità sulla gestione del rischio idraulico, adottare un approccio integrato alla riqualificazione del territorio e garantire che la tutela ambientale resti al centro di ogni progetto. Come dimostra il caso di Valencia, le sfide possono essere trasformate in opportunità, ma solo con una pianificazione rigorosa e una visione lungimirante.

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