Le promesse della campagna elettorale, si sa, durano poco. Nel caso di quelle fatte dalla premier Giorgia Meloni ai balneatori, possiamo parlare di promesse da spiaggia. I gestori degli stabilimenti balneari protestano contro l’aumento del 25,15% dei canoni di concessione e chiedono l’apertura di un tavolo di confronto al governo. Il presidente di Fiba Confesercenti, Maurizio Rustignoli, ha chiesto alla presidente di Consiglio proprio di mantenere le promesse fatte durante le elezioni. “Va sospeso l’aumento dei canoni”, che è il frutto della variazione dell’indice Istat annunciato dal ministero delle Infrastrutture. «Doveva essere al massimo dell’11%“, spiega Rustignoli.
L’argomento è molto sentito in Abruzzo, in quanto solo la provincia dell’Aquila non ha sbocchi sul mare, mentre molte città del Pescarese, del Teramano e del Chietino, basti pensare alla Costa dei trabocchi, hanno forti interessi economici legati alle attività balneari. Ma c’è dell’altro: entro febbraio, vanno approvati i decreti attuativi sulla concorrenza per le gare dal 2024, che per noi non sono possibili: il governo cosa farà? Meloni diceva che avrebbe lavorato per una diversa applicazione della legge europea conosciuta semplicemente come Bolkestein». Per Fiba Confesercenti si tratta di una “preoccupante novità, in un momento di incertezza legato ai danni provocati a molti stabilimenti dalle mareggiate dei mesi scorsi».