
L’Aquila, 19 giugno 2025 – Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha detto “no” alla proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. A determinare l’esito negativo del voto è stata la contrarietà della maggioranza, mentre solo le opposizioni hanno sostenuto il provvedimento, nato due anni fa dalla mobilitazione dell’Associazione Luca Coscioni, promotrice della raccolta firme e del testo normativo.
La proposta, sostenuta da oltre 8.100 cittadini firmatari, puntava a garantire un percorso sanitario regolamentato per le persone che intendano accedere all’aiuto al suicidio, come previsto dalla sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019, la quale ha stabilito che questa pratica – a determinate condizioni – non costituisce reato.
Una proposta popolare, un voto politico
Il disegno di legge, presentato in aula su iniziativa di Riccardo Varveri e Gianluca Di Marzio, è stato lodato per il valore democratico e l’avvio di un dibattito mai affrontato prima in Abruzzo su questo tema. Tuttavia, ha prevalso la posizione del centrodestra, secondo cui il tema resta di competenza esclusiva dello Stato centrale e non può essere regolato da una norma regionale.
Il presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri ha espresso “rispetto per il tema” ma ha dichiarato il voto contrario necessario per “evitare impugnative” e ha invitato ad aspettare l’avvio del dibattito parlamentare, già previsto in Senato per il 17 luglio prossimo. Sulla stessa linea il capogruppo di Fratelli d’Italia, Massimo Verrecchia.
Netto il rifiuto della Lega: Vincenzo D’Incecco ha bocciato l’impianto della proposta, sostenendo la necessità di rafforzare le cure palliative invece che “eliminare il sofferente”. La posizione è stata condivisa da Carla Mannetti, pur ringraziando i promotori per la serietà del confronto.
Le opposizioni: “Un’occasione persa”
Di segno opposto la lettura delle opposizioni, che con i consiglieri di PD, M5S, Azione, AVS, Riformisti e Abruzzo Insieme hanno lamentato la mancata volontà di legiferare su un diritto fondamentale. “È una proposta che prima o poi diventerà legge, qui o altrove” – ha dichiarato Antonio Blasioli (PD) – “e oggi l’Abruzzo ha perso l’occasione di essere una regione coraggiosa e al passo coi tempi.”
Luciano D’Amico, leader del Patto per l’Abruzzo, ha parlato di “un passo indietro nella tutela della dignità della persona”, mentre il capogruppo del M5S Francesco Taglieri ha invitato il Consiglio a farsi carico di scelte difficili, in nome della “libertà e dei diritti inviolabili”.
Anche Erika Alessandrini (M5S), Pierpaolo Pietrucci (PD), Enio Pavone (Azione) e Alessio Monaco (AVS) hanno richiamato la Corte Costituzionale e chiesto allo Stato di non bloccare più leggi regionali su un tema che tocca profondamente coscienze e diritti individuali.