
“Cinque rotture lungo la rete idrica in pochi giorni e centinaia di utenti del Consorzio di Bonifica sono ormai senza acqua per campi, terreni e giardini da circa tre settimane. Che significa orti e campi bruciati dal sole, dal caldo e dalla siccità, interi raccolti a rischio e perdite economiche incalcolabili, a fronte di bollette e cartelle che arrivano puntuali per essere pagate. L’Associazione Pescara nel Cuore ritiene ormai insostenibile una situazione che si trascina da anni, frutto di una governance tecnica e politica incapace di prevedere investimenti seri e un cronoprogramma di lavori accettabile per il rifacimento di una rete che risale al 1953 e che ormai non è più in grado di reggere”. È la denuncia lanciata dall’Associazione Pescara nel Cuore a fronte delle decine di segnalazioni pervenute da utenti delle zone collinari di Pescara, in aggiunta a quelli delle aree interne.
Crisi idrica a Pescara: l’Associazione Pescara nel Cuore denuncia il Consorzio di Bonifica
PESCARA – Un’emergenza che si ripete ogni anno, una situazione definita “inaccettabile” dai cittadini e dalle associazioni di tutela del territorio. L’Associazione Pescara nel Cuore lancia l’allarme sulla gestione dell’acqua destinata all’irrigazione, puntando il dito contro il Consorzio di Bonifica e accusandolo di non rispettare gli obblighi normativi.
Secondo la denuncia dell’associazione, il Consorzio dovrebbe garantire l’erogazione dell’acqua per campi, orti e giardini da aprile a ottobre. Tuttavia, anche nel 2025 la promessa è rimasta disattesa: l’acqua è stata attivata il 26 aprile, ma dopo appena due settimane sono iniziate le rotture delle condotte, provocando nuove interruzioni nel servizio. I guasti, numerosi e diffusi, hanno colpito diverse aree di Pescara, tra cui Strada Salvatore, via Prati, la zona Motorizzazione, via Monte Genzana e via Fonte Romana, dove l’acqua ha continuato a uscire da un tombino per oltre 48 ore, senza alcun intervento di riparazione.
Ma il problema, secondo l’Associazione Pescara nel Cuore, non è la scarsità della risorsa idrica, bensì la mancata manutenzione degli impianti, vecchi di oltre settant’anni. “Dal 1953 nessuna opera di sostituzione è mai stata fatta – denuncia l’associazione – solo riparazioni di emergenza che non risolvono il problema alla radice e che, nel frattempo, pesano sulle tasche degli utenti”. Il costo del servizio a Pescara, infatti, è molto più alto rispetto al resto d’Italia: si parla di circa 240 euro per ettaro e 170 euro per singolo allaccio, contro una media nazionale di 35-40 euro.
Nel frattempo, i cittadini devono fare i conti con giardini secchi, raccolti compromessi e danni difficili da quantificare. A peggiorare la situazione, l’arrivo delle bollette per un servizio che da anni non viene erogato correttamente. “Non è chiaro come vengano calcolati i consumi e dove finiscano i soldi incassati dal Consorzio”, sostiene l’associazione.
La protesta si sta ora spostando sul piano legale: alcuni utenti stanno valutando una class action e richieste di risarcimento individuali. “La governance del Consorzio deve chiarire la propria posizione o dimettersi”, conclude l’associazione, chiedendo maggiore trasparenza e interventi concreti per risolvere definitivamente il problema.