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      L’assassinio di Giuliano Pennacchio: studentessa calabrese ricorda la sua storia

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      di Pierpaolo Di Carlo

      Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani – l’Associazione costituita da docenti di diritto nata con l’obiettivo di restituire dignità e prestigio alla professione dell’insegnante garantendo – propone una storia e un volto dimenticato da molti: l’assessore Giuliano Pennacchio. Le circostanze del suo assassinio a distanza di anni non sono mai state chiarite fino in fondo anche se si sa che a commettere il delitto sono stati i sicari della camorra. In quegli anni tanti soldi arrivavano in Campania in seguito al terremoto e l’edilizia pubblica era diventata un affare molto appetibile per la criminalità. L’ombra del malaffare dilagava e chiunque osasse opporsi rischiava tantissimo. L’assessore Giuliano fu certamente un uomo coraggioso che rispetto ad altri non si dimise e continuò la sua battaglia in nome della legalità come rappresentante dello Stato.

      Oggi la sua memoria viene onorata dalla studentessa Ludovica Berardi, della classe III sez. C, del Liceo scientifico Filolao di Crotone. 

      “Il primo luglio 1982 a Giugliano, in provincia di Napoli, Giuliano Pennacchio, assessore del comune e segretario di una scuola media, venne ucciso mentre rincasava a piedi. Tre killer si avvicinarono a lui a piedi e gli spararono 3 colpi di pistola, colpendolo al torace, al fianco e alla testa. Una telefonata anonima avvisò il Comando dei CC dell’omicidio.

      Pennacchio svolgeva delle attività politiche per cercare di migliorare i servizi comunali; secondo le ipotesi fu ucciso perché aveva scoperto delle attività illecite, un compromesso tra politica e mafia che, per un uomo che lavora affinché tutto si svolgesse secondo la legge, inaccettabile. La lotta alla criminalità organizzata è un impegno per ogni cittadino che si rispetti pertanto, anche se sembra che la legalità sia sempre in svantaggio, bisogna continuare questa guerra lunga e silenziosa, considerando che per vincerla occorrono piccoli gesti preziosissimi. Osservando con gli occhi inesperti di studentessa liceale reputo che bisogna partire dal diffondere la consapevolezza sui pericoli della criminalità organizzata e sui suoi effetti devastanti sulla società, dall’investire nell’istruzione e nella formazione professionale perché un’istruzione di qualità offre opportunità di lavoro che possono ridurre la vulnerabilità dei giovani alla criminalità, dal supportare e sostenere le vittime e i testimoni di reati che ogni giorno vivono nella paura, dall’esigere dallo Stato una politica attiva e di contrasto alla criminalità organizzata e dall’essere cittadini attivi e partecipi alla vita sociale e comunitaria.”

      Oggi Giuliano Pennacchio merita di essere ricordato per il suo sacrificio e per i valori in nome dei quali si è saputo contraddistinguere nella lotta al malaffare e alla corruzione. Dalla scuola arrivano oggi le parole commesse di una studentessa calabrese, che ha con interesse studiato la vicenda e apprezzato la statura morale di Pennacchio.  

      Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

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