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      Ustica, 45 anni dopo: la memoria è un dovere civile e un impegno educativo

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      A quarantacinque anni dalla strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno 1980, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) rilancia un appello alla responsabilità collettiva e alla centralità della scuola nella trasmissione della memoria. L’occasione è il messaggio pronunciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ribadito con fermezza che «la Repubblica non può abbandonare la ricerca della verità» e che «rispondere al bisogno di giustizia è parte essenziale della democrazia».

      Quel tragico venerdì di fine giugno persero la vita ottantuno persone, in un evento che a distanza di quasi mezzo secolo continua a rappresentare una delle pagine più oscure della storia repubblicana. La strage di Ustica non è solo una ferita aperta per le famiglie delle vittime, ma un buco nero nella memoria civile del Paese, ancora oggi segnato da ombre, omissioni e interrogativi.

      «La scuola ha il compito di rendere vive le domande che il tempo non ha cancellato», afferma il presidente del CNDDU, prof. Romano Pesavento, rilanciando l’impegno degli insegnanti a promuovere percorsi educativi capaci di interrogare il passato e rafforzare il senso civico delle nuove generazioni. Parlare di Ustica nelle aule scolastiche significa fare educazione alla cittadinanza, alla verità e alla giustizia: significa insegnare che la democrazia si costruisce anche con il coraggio di guardare in faccia ciò che è stato.

      Il Coordinamento invita tutte le istituzioni scolastiche a promuovere percorsi di approfondimento, valorizzando le fonti storiche disponibili, le testimonianze dei familiari delle vittime e gli strumenti didattici utili a stimolare una riflessione civile e partecipata. La memoria, sottolinea il CNDDU, non è un esercizio retorico, ma un atto di responsabilità verso la storia e verso il futuro.

      Per dare forza a questo messaggio, viene lanciato lo slogan: “Ustica: la memoria crea futuro” accompagnato dall’hashtag #MemoriaAttivaUstica, con l’invito a condividere, approfondire e rilanciare anche attraverso i social, affinché la memoria diventi parte attiva del percorso formativo e del patrimonio valoriale delle nuove generazioni.

      «Le giovani e i giovani non devono solo conoscere, ma diventare protagonisti di un impegno civile che rinnovi ogni giorno il legame tra scuola, verità e democrazia», conclude Pesavento.

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