The Crown, la serie tv che mette a nudo la monarchia inglese

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The Crown

Pensare di diventare Re o Regine è un sogno, esserlo, forse, è un incubo. Sia chiaro, i vantaggi economici, di qualità della vita, rispetto ai sudditi, sono incalcolabili ma il problema sono i rigidi protocolli da dover seguire e che disciplinano, quotidianamente, la vita dei Reali. The Crown, la serie super acclamata e di straordinaria fattura, targata Netflix, consente di entrare e immedesimarsi con gli inquilini di Buckingham Palace. La quinta stagione, racconta i quindici anni compresi tra il 1981 e il 1996, iniziando dalla seconda luna di miele, in Italia, di Carlo e Diana, fino al divorzio dei due, ufficializzato nell’agosto del 1996. Un susseguirsi di eventi, fatti storici realmente accaduti, che mettono sotto la lente d’ingrandimento, il comportamento, le scelte, il carattere e le varie sfaccettatura della Regina Elisabetta e della sua famiglia.

Quello che balza agli occhi, seguendo attentamente la trama e il racconto, il tutto magistralmente interpretato da un cast di alto livello qualitativo, è che la figura di Diana sia stata un’arma a doppio taglio sia nella vita pubblica sia in quella privata. La Principessa di Galles ha scoperchiato il tetto di una nobiltà vecchia, ferma ai retaggi del ‘900 mentre il mondo si buttava a capofitto verso il nuovo millennio. Poi l’opera di convincimento fatta dal giornalista della BBC, Martin Bashir che ha tratto in inganno Diana con falsi documenti, spingendola a parlare male della monarchia, pur di ottenere un’intervista, accende un faro sulla fragilità mentale di una donna lasciata sola, mai amata dal proprio marito e con una Regina devota ai protocolli. In questa serie viene fuori il dilemma della scelta tra cosa è giusto fare e cosa si deve fare. Due azioni diametralmente opposte ma che riguardano lo stesso argomento. Con Diana sarebbe stato “giusto” avere un altro tipo di rapporto mentre, al contrario, si è “dovuto” procedere con il suo allontanamento per non mettere in ombra Elisabetta II. Ma ciò che è giusto, poi, viene sempre a galla. Lady Spencer è diventata un’icona del ‘900, più di Carlo e Camilla, quasi come la Regina. Una vera e proprio forza della natura, capace di ispirare molte donne nel diventare indipendenti e forti.

The Crown, consigliata a tutti, ha la capacità di portare a galla gli scheletri di una monarchia interessata all’immagine ma ben distante dall’umanità che contraddistingue, invece, qualsiasi altro tipo di essere umano. Certamente non è semplice essere monarca, ed è sempre facile giudicare da dietro una tastiera ma la storia racconta delle verità e ci dice che la condizione umana, riferita a fragilità, debolezze, imperfezioni, empatia, emotività, comprensione, era messa in secondo piano, dando precedenza a ciò che il protocollo diceva. Da questo nasce il vero quesito: quanto è utile essere Re o Regine se non si dà spazio ai sentimenti?

Valerio De Carolis