di Davide Pitocco
In questa giornata di fine maggio la carovana rosa è impegnata in una frazione di media difficoltà, da Mortegliano a Sappada per 164 km. Tre sono le salite da affrontare e tutte negli ultimi 60 km. Si affronta per primo il passo Duron, 4,3 km al 9,6% e poi il passo Sella Valcalda, 6,5 km al 6%. Da quest’ultima cima mancano ancora 35 km, quindi discesa e poi di nuova salita verso Sappada per un finale di 7,3 km, con gli ultimi due che hanno una pendenza media dell’8,3%. Negli ultimi 2 km inoltre la strada si impenna con vette fino al 10% prima di tornare a scendere nel rettilineo finale.
Il Giro arriva a Sappada per la terza volta, ma nella memoria dei tifosi è indelebile il ricordo del traguardo del 1987, quando la rivalità tra Roberto Visentini e Stephen Roche, compagni di squadra alla Carrera, toccò il culmine in quello che per tutti gli amanti del ciclismo è noto come “Il tradimento di Sappada”. Il corridore irlandese strappò la maglia rosa al compagno di squadra, appunto Visentini, con un attacco, ritenuto dai più come un tradimento preparato prima della partenza, in quanto si rifiutò di obbedire agli ordini di scuderia, contribuendo a mandare in crisi il suo capitano, che nell’ultima asperità, nella confusione e tensione generale si dimenticò di alimentarsi, entrando così in crisi di fame e riportando un ritardo di 6’ da Roche.
Abbiamo chiesto a Mario un pronostico: “ Credo che sia giunto il momento che un italiano alzi le braccia al cielo dopo un tappone di montagna e quindi voglio fare il nome di Giulio Pellizzari. In questi giorni ci è andato molto vicino, la gamba pare che scappi bene e quindi metto una X vicino al suo nome.”
La corsa parte e subito un caleidoscopio di scatti e controscatti porta via una prima fuga, ma il ritmo del gruppo è abbastanza alto e quindi alla fine viene neutralizzato.
Un pimpante Alaphilippe sgasa alla grande con un manipolo di coraggiosi, Narvaez, Hermans, Conci, Vendrame e Pelayo Sanchez e immediatamente guadagnano secondi importanti. Mentre la Visma e la EF si dimostrano molto attive alla testa del gruppo, i sei battistrada vengono raggiunti da Honoré, Valgren, Steinhauser, Velasco, Tarozzi, Van Dijke, Tratnik, De Marchi e De Pooter e così quando mancano 70 km possono vantare 6’42’’ di vantaggio sul gruppo maglia rosa.
Verre dell’Arkea esce dal gruppo e cerca la difficile impresa di andare a riprendere i 19 di testa. E’ ad oltre 4′ dagli uomini al comando. Il gruppo si trova a quasi 8′!
Vendrame rientra nel gruppo dei fuggitivi, guidati sempre da Alaphilippe, ed in discesa prende un vantaggio di circa 1’08’’. Dietro scatta il giovane Steinhauser, poco dopo ripreso da Pellayo Sanchez, che lascia sui pedali il tedesco. Il corridore veneto però riesce ad andarsene in solitaria, la sua azione è stata un misto di potenza ed intelligenza tattica. Difende il minuto di vantaggio e così riesce a godersi da imminente vincitore gli ultimi chilometri prima del traguardo. Successo meritatissimo del Joker Vendrame, che ha attaccato a una trentina di chilometri dall’arrivo resistendo al tentativo di recupero degli inseguitori.
Per lui è il terzo successo in carriera. Una tappa questa, che è partita dal Veneto ed è stata vinta da un veneto, come dire dal veneto al veneto
Il gruppo maglia rosa arriva con 14’ di ritardo. La classifica generale rimane invariata.