di Davide Pitocco
Giulio Ciccone è caduto alla Tre Valli varesino. Come un novello Icaro, durante la discesa del Montello, durante il nono passaggio del circuito di gara. La squadra ha immediatamente diramato un comunicato: «Ciccone è stato coinvolto in un incidente e ha dovuto abbandonare la gara. A scopo precauzionale verrà sottoposto a un controllo medico in ospedale per valutare le contusioni riportate».
Gli esami radiografici eseguiti in serata non hanno evidenziato fratture, ma il dolore nella zona lombare-pelvica è forte e quindi il corridore continua ad essere sotto osservazione.
L’infortunio non sarebbe nulla di grave, se Ciccone per sabato non avesse in programma la partecipazione al Giro di Lombardia, ultimo appuntamento prima della chiusura della stagione su due ruote. Poi ci sarà la presentazione del percorso del Giro d’Italia e il toto-corridori. Infatti sono molti i ciclisti che in inverno cambieranno casacca. Sappiamo per certo che l’atleta abruzzese si è legato per cinque anni con la Lidl Trek e quindi i tifosi possono essere sicuri su quali saranno le intenzioni nei prossimi anni del loro beniamino.
Andando a tirare le somme per il corridore abruzzese ha conseguito prestigiose vittorie, ma di certo la più illustre è stata la conquista della maglia a pois al Tour de France, che ha permesso di riportare in Italia, dopo 32 anni, dai tempi di Chiappucci per intenderci, quel simbolo degli scalatori che i francesi tanto adorano. Prima aveva vinto al Giro di Catalogna, nel mese di marzo. Aveva collezionato un quinto posto alla Tirreno-Adriatico, una vittoria di tappa al giro del Delfinato e quarto posto in classifica generale.. Purtroppo a causa del Covid non è riuscito a solcare le strade del Giro d’Italia, che purtroppo sono state orfane di un grande protagonista.
Si deve aggiungere che sua stessa ammissione che a 28 anni la carriera del corridore della Trek ha vissuto di continui saliscendi, tanto da annunciare a gennaio di non voler più tentare l’assalto ad una top10 di un grande Giro per dedicarsi solo ai successi parziali.
La carriera di Giulio è così iniziata e vale la pena di rammentarlo: Ciccone si fa notare alla grande platea in occasione del successo di Sestola al Giro del 2016, ma è solo tre anni dopo grazie al salto di categoria con la Trek che vive la sua miglior annata, bissando il successo di tappa al Giro d’Italia oltre alla conquista della maglia degli scalatori. Schierato al Tour de France si ferma al secondo posto nella tappa con l’arrivo emblematico de La Planche des Belles Filles, riuscendo però ad indossare la maglia gialla, cinque anni dopo la vestizione di Nibali.
Non è e non sarà un fuoco di paglia e per questo i tifosi e gli appassionati di ciclismo lo attenderanno per un 2024 ancora più ricco di soddisfazioni.