di Pierpaolo Di Carlo

Secondo Einstein, essere folli significa ripetere sempre la medesima azione sperando in un risultato diverso. Quest’Italia lo è stata senza dubbi e giocare tre partite consecutive senza idee, determinazione e voglia di vincere, ci ha dato la certezza che a questa Nazionale manca sicuramente, fra le varie cose, anche qualche rotella.
Da un lato del campo c’è stata fragilità difensiva, contraddistinta da calciatori incapaci di sostenere il ritmo e la velocità di qualsiasi avversaria, dall’altro una fase offensiva priva di qualsiasi tipo di schema e di idea, che ancora una volta non ha rinunciato al lancio lungo intriso di speranza, morta e sepolta da un bel po’ di tempo.
Alla luce di quanto poco fatto, non c’è da stupirsi che la Svizzera non sembri nemmeno essersi impegnata più dello stretto necessario: è bastato un ritmo di gioco sufficientemente intenso, sia in fase di recupero che d’attacco, per liquidare gli Azzurri, nello stupore di chi si aspettava una partita equilibrata, frutto di una reazione, dopo i sorci verdi visti contro la Croazia.
La verità è un’altra e i tifosi della Nazionale, probabilmente illusi dalle presunte qualità di questa squadra, si saranno resi conto di quanto questa non sia per nulla una delle migliori compagini nel panorama europeo e questa sconfitta non è stata altro che la prova del nove. Adesso si guarda al futuro, ad un mondiale da tornare a giocare dopo dodici anni, ma se queste sono le premesse, difficilmente quelle del 2026 torneranno ad essere Notti Magiche.