di Davide Pitocco
Finalmente il Giro arriva sulle Dolomiti, scenario meraviglioso e salite ciclisticamente eccezionali. Su queste montagne vale la pena ricordare quel mitico 1998. Selva di Val Gardena 1998: Pantani si invola sulla Marmolada con “Turbo” Guerini; i due staccano Tonkov di 2 minuti e la maglia rosa Zülle di 4 e mezzo. Per la prima volta in vita sua, il Pirata veste il simbolo del primato.
Al riguardo Mario ci sblocca un ricordo incredibile: “ Nel 1976 alle Torri del Vajolet c’è una scalata in sterrato da capogiro, mai più affrontata. Crolla Merckx, cede Baronchelli, mentre il vecchio Gimondi in rosa è costretto a salire con il suo passo, per non andare fuori giri sugli assalti dello scatenato Bertoglio e dello sfidante De Muynck. Il belga sfila provvisoriamente il primato al capitano della Bianchi, che paradossalmente quel giorno vince il Giro.
Oggi invece la tappa va da Selva di Val Gardena a Passo Brocon per 154 km. Corsa non lunga, ma pronti e via c’è subito il monte Sella, nuova cima Coppi del Giro. Quando mancano tre chilometri allo scollinamento sul Sella, Conci, De Marchi e Pelayo Sanchez sono nelle prime posizioni. Allora Pellizzari scatta in vista dello scollinamento sul Sella e guadagna sul gruppo una decina di metri.
Si forma così un sestetto in fuga: Pellizzari, Quintana, Alaphilippe, Steinhauser, Ghebreigzabhier e Frigo, raggiunti successivamente anche da Ballerini e Caruso. I battistrada proseguono con cambi regolari e possono avere un vantaggio di 1’45’’ sul gruppo Pogacar. Per ora lo sloveno pedala tranquillamente nelle prime dieci posizioni del suo gruppo, sempre fedelmente scortato dai suoi compagni di team. Al terzo GPM però la fuga perde terreno e viene ripresa in vista del passo Gobbera, dove scollina per primo Ghebreigzabhier.
Quando mancano 25 km all’arrivo il primo battistrada viene raggiunto e superato da Steinhauser, ma alla fine sono gli ultimi 10 km che decideranno le sorti di questa tappone dolomitico. I distacchi quindi sono i seguenti: Ghebreigzabhier insegue a 44’’, poi un secondo gruppo di contrattaccanti ha un ritardo di 1’53 ed infine il gruppo dei big si trova a 2’14’’. Nello discesa di Pieve Tesino, paese che ha dato i natali allo statista Alcide De Gasperi, la pioggia rende l’asfalto viscido e quindi tutti guidano con prudenza, onde evitare cadute che possano compromettere, giunti a questo punto, il finale della corsa rosa. Invece il tedesco in testa, che ha iniziato la salita può godere di un tratto di strada, dove per il momento non sta piovendo.
La Ineos, che scandisce il ritmo del gruppo maglia rosa, per ora sembra mantenere un ritmo che si potrebbe definire conservativo, anche perché nella giornata di ieri Thomas ha sofferto l’accelerazione di Pogacar, ma anche dei diretti avversari per la classifica generale.
Il tedesco in testa viaggia con 1’28 sui diretti inseguitori e 3’14’’ sui big e quando mancano circa 8 km, lui che non ha mai vinto qui, può accarezzare il sogno di vincere una tappa al Giro d’Italia. Alle sue spalle nessuno sembra avere la forza di accelerare per andare a recuperare lo svantaggio e Pogacar, dopo il pokerissimo di ieri, potrebbe essere al momento sazio di ulteriori vittorie. Steinhauser è un buon passista e cronoman, in questo momento si sta gestendo per cercare di arrivare in solitaria al traguardo.
In gruppo non accade nulla fino ai meno 3,5 km dall’arrivo. Sul forcing di Arensman, si pianta O’Connor. 100 metri dopo attacca Martinez. Pogacar risponde con Tiberi, Thomas, Bardet e Rubio.
La maglia rosa abbozza quindi un’accelerazione e si avvantaggia in un battito di ciglia: chiude in scioltezza a 1’23”. Steinhauser conquista la tappa.