Ieri Buitrago incoronato re delle Tre cime di Lavaredo

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di Davide Pitocco

Ieri tappa nella storia del Giro, da Longarone alle Tre cime di Lavaredo. Da
subito scatti e controscatti per andare in fuga. Il traguardo è mitico. Gli
appassionati hanno ancora negli occhi il successo di Nibali con la strada
sommersa da due muri di neve e con i bianchi fiocchi che si depositavano sulle
spalle sudate degli eroici corridori. Oggi sulla cima c’è la possibilità di pioggia,
ma ci si augura che soprattutto a prevalere sia l’eroismo e non il tatticismo. Sarà
una salita talmente ardua che sicuramente una selezione naturale del più forte e
del più debole avverrà per forza di cose. Qui soltanto chi ha la gamba potrà
arrivare con i migliori. Il passo Giau non perdona i vili e i codardi. Oggi il
coraggio potrà aiutarli a prevalere sul dolore, sulla fatica, sui muscoli che
bruciano, sulle spalle che dolgono, sui pedali che diventano pesanti come
blocchi di cemento. La fuga non è in grado di andare via molto facilmente. Il
gruppo in lunga fila indiana controlla tutti gli eventuali attaccanti.
Probabilmente come avvenuto ieri, ai piedi della prima asperità ci potrebbe
essere la possibilità di allungare sul resto dei corridori.
Intanto la media della prima ora è stata di 48 km all’ora. Ciò è sintomatico del
ritmo che sta tenendo il plotone.
Prima del via della diciannovesima tappa, Mauro Vegni, direttore del Giro,
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, Roberto Pedrin, sindaco di
Longarone, Mariano Savastano, prefetto di Belluno e Vincenzo Nibali, hanno
partecipato alla commemorazione delle vittime del disastro del Vajont,
avvenuto il 9 ottobre 1963.
In gruppo prevale il nervosismo. Nove corridori sono riusciti ad avere per ora
27’’ di vantaggio, ma altri eventuali attacchi di outsider vengono subito
rintuzzati dalle squadre degli uomini di classifica.
Adesso dopo una sessantina di chilometri il gruppo si è rialzato e forse la fuga
potrebbe iniziare a guadagnare secondi significativi.
Bais è partita all’inseguimento del gruppo di testa, evidentemente è intenzionato
a recuperare i punti persi ieri per la classifica degli scalatori.
Il gioco inizia a farsi duro con la salita di Campolongo. Mancano 96 km
all’arrivo e la maglia rosa Thomas fa registrare 5’41’’ di ritardo dai 15 fuggitivi.
Haely e Pinot hanno provato ad agganciare i battistrada, ma sono stati ripresi dal
gruppo, evidentemente la Ineos sceglie a quali corridori concedere l’onore della
fuga. Il francese e l’irlandese sono due avversari ostici e certamente letali sotto

diversi punti di vista sia per il successo di tappa che per la classifica, quindi
vengono sorvegliati a vista dalla Ineos, dalla UEA e dalla Jumbo Visma.
Il gruppo dei fuggitivi a 7’21’’ sta salendo sul Valparola.
Attualmente Thomas, Almeida e Roglic non sono contenti della loro attuale
classifica, a quanto hanno lasciato intendere i loro direttori sportivi, in vista
della cronometro di domani; per questo motivo si aspettano veramente i fuochi
d’artificio tra i big.
La fuga sta andando tranquilla, ma Carlos Verona è caduto contro
un’ammiraglia. Fortunatamente non è successo nulla di grave e l’atleta è subito
ripartito.
La salita delle Tre cime è molto lunga e difficile. Conviene andare sù del
proprio passo, evitando gli strappi, perché la strada è veramente ostica e di certo
ci sarà una feroce selezione.
Stojnic è in difficoltà sulla salita e si stacca. Magnus Cort invece deve fare i
conti con un problema meccanico. Adesso i fuggitivi sono 13 con quasi 8’ di
vantaggio. Il gruppo maglia rosa procede invece ad andatura regolare. Il GPM
di Valparola è regolato da Derek Gee. Per gli amanti delle statistiche su questa
asperità il plotone guidato dal team di Thomas procede con una velocità media
di 17 km all’ora.
Al ciglio della strada c’è la neve che appare lucida per i riflessi del sole; i
corridori si stanno dando battaglia dentro uno scenario meraviglioso, sembra di
essere in una piega del tempo, perché se ti giri a destra puoi ammirare la
bellezza dell’inverno, se ti volti a sinistra la primavera che fiorisce, se osservi in
alto, l’autunno che avanza con le nubi che attraversano il cielo al pari di eserciti
in marcia. Le ruote sono in armonia con la sinfonia della natura che ha ispirato i
ritmi magici delle quattro stagioni di Vivaldi.
La discesa è tecnica e i battistrada in alcuni tratti vanno giù anche a 100 km
all’ora. Sulla cima del Valparola invece gli appassionati di ciclismo hanno
potuto chiedere autografi ad un ex atleta del passato, André Greipel, ex
velocista, che si trova qui per ammirare il paesaggio, ma soprattutto le imprese
di questi eroi di giornata.
Sul passo Giau i distacchi si dimezzano. Gabburo, Cort, Verona, Oldani,
Pronskiy, Warbasse, Prodhomme, Gee, Konrad e Buitrago: questi i nomi degli
undici corridori che conducono la corsa a 25 km dall’arrivo.
La pioggia accompagna anche oggi la corsa, anche se con minore intensità.
Mancano meno di due chilometri al passaggio sul Tre Croci.

I tifosi sono in delirio e accompagnano le pedalate degli atleti con urla di
giubilo, cori, canti e scampanio tipicamente tirolese. La Ineos intanto guida il
plotone sul primo tratto duro delle Tre cime di Lavaredo. Gli scudieri degli
uomini di classifica lentamente si sfilano dopo aver svolto il loro lavoro da
gregario. Arensman allunga senza accorgersi di aver preso troppo vantaggio,
distanziando lo stesso Thomas, suo capitano. Per ora anche Damiano Caruso
pedala in maniera abbastanza agevole. Davanti la lotta per la vittoria di tappa
vede Gee sempre al comando con Buitrago che segue a pochi secondi. Zana è
ancora con il gruppo dei migliori: sono segnali positivi per il ciclismo italiano,
in quanto un nuovo prospetto si sta affacciando sulla scena mondiale.
Buitrago è sempre lì, minacciosamente vicino a Gee, che pedala con la bocca
spalancata cercando di prendere aria e sollievo da tutti. Il colombiano procede
invece con una pedalata molto più agile.
L’accelerata di Arensman potrebbe avere diverse interpretazioni: Thomas non
ha risposto in quanto compagno di strada, ma potrebbe essere un segnale della
non perfetta condizione fisica del gallese. Gli ultimi 5 km saranno un inferno in
salita. In questo momento Thomas sta pedalando in modo più agile su Roglic.
Produce circa sei pedalate in più, laddove lo sloveno pedala con un rapporto più
lungo.
Gee inizia a voltarsi, sente che Buitrago sta rientrando. Ha un passo regolare,
mentre il canadese è più scomposto in sella, con un movimento ondulatorio
delle spalle. Infatti su un duro tornante, dopo che gli è andato sotto con calma,
Buitrago allunga e lascia l’avversario sul posto ed ora pedala verso la gloria,
verso una delle cime mitiche del Giro d’Italia.
Zana perde le ruote dei migliori e sale del suo passo. Intanto il colombiano
pedala tra due ali di folla che si aprono al suo passaggio. Anche Dunbar, uomo
di classifica, perde qualche metro. Questa è una buona notizia per Caruso che
potrebbe tornare quarto nella generale. Almeida guida il plotoncino della maglia
rosa. Roglic è partito! Ma Thomas gli si incolla alle ruote. Tutti gli altri sono
saltati, compreso Almeida che però sale del suo passo, questo ragazzo ci mette il
cuore, è come un cagnaccio che non demorde e alla fine rimonta e recupera. La
salita è pazzesca, sembra che stiano scalando tutte le cornici del Purgatorio
dantesco. Anche Caruso e Arensman riescono a rientrare nel gruppo maglia
rosa. Intanto Buitrago è pronto alla festa più bella perché conquista la cima
Coppi, inforca gli occhiali, taglia il traguardo e alza le mani al cielo in segno di
giubilo.

Thomas adesso scatta, Roglic lo tiene, ma Almeida non risponde. Il gallese
avanza come un rullo compressore. Lo sloveno perde qualcosa. Prova a
rilanciare, ma la solidità di Thomas è incredibile. Roglic con l’orgoglio scatta e
riesce a tagliare il traguardo prima della maglia rosa, sfiorando gli abbuoni,
perché Cort Nielsen è transitato prima di lui. Almeida ha dovuto cedere ancora
dei secondi. Forse Thomas, partito ai 400 mt, ha pagato lo sforzo prolungato,
perché il secondo in classifica ha uno sprint finale migliore. Caruso torna a
conquistare la quarta piazza per la classifica generale.