di Davide Pitocco
Il campionato di calcio ormai è agli sgoccioli. Lo scudetto è stato assegnato con
largo anticipo; la penultima giornata ci ha consegnato un Milan
matematicamente qualificato in Champions League ed una Juventus penalizzata
per i noti fatti giudiziari. Ora si hanno tifosi che festeggiano ed altri che hanno
tutti i motivi del mondo per essere insoddisfatti, per sentirsi traditi, per essere
veramente adirati. Perché milioni di juventini ora ce l’hanno con il Milan? Non
è stata la prima squadra di Milano a soffiare l’ultima piazza utile per la più
grande competizione europea. I rossoneri hanno semplicemente usufruito di un
vantaggio nato e costruito in ambito giudiziario. I Dirigenti bianconeri per anni
hanno gonfiato i bilanci, vantando plusvalenze che non esistevano e così hanno
potuto acquistare giocatori di alto livello, senza incorrere nella gogna del Fair
Play finanziario. Non ha subito le telefonate minacciose della Uefa che con tono
accusatorio interrogava i dirigenti del Diavolo su dove provenissero i soldi per
l’acquisto di Paquetà, non ha dovuto presentare un piano di rientro per evitare
l’esclusione dalle più importanti competizioni europee… e quindi di cosa si
lamentano i tifosi zebrati? Per un anno di Purgatorio nelle competizioni minori?
A fronte delle pene severe che potevano essere comminate, forse questo è il
male minore, indipendentemente da quello che il campo ha dimostrato, perché
in questo caso le partite della Juventus sono state giocate a fronte di un forte
doping finanziario.
E poi a ventiquattro ore dalla fine del campionato non dimentichiamoci che è
iniziato quel grande Luna Park che si chiama Calcio Mercato. Per i prossimi tre
mesi si sentiranno associati alle squadre italiane stelle e meno stelle del
panorame calcistico, vero e proprio fantacalcio, perché purtroppo il football
nostrano da anni ha la coperta sempre troppo corta: la giri, la tiri, ma alla fine ti
lascerà sempre scoperti i piedi.
Milan, Juve, Napoli, Roma, Inter, Lazio, Atalanta etc etc per ora hanno
difficoltà a competere con quelle squadre europee i cui proprietari sono sceicchi
con fondi pressoché infiniti. Eppure l’esempio del PSG insegna che non sempre
comprare i migliori top player in circolazione ti assicura vittorie in campo
europeo, a volte ci vuole una giusta programmazione per costruire un ciclo
solido ed una intelaiatura di squadra con la quale poter competere. In questo
senso nel 2023 il Manchester City di Guardiola sembra, dopo anni di
investimenti, aver raggiunto l’obiettivo. In Italia il Milan ha intrapreso un
progetto di ricostruzione tecnica e finanziaria molto ambizioso; il Napoli,
bellissimo giocattolo nella mani di De Laurentiis, che ha stravinto il
campionato, non ha fatto in tempo a terminare i festeggiamenti, che già si sta
sgretolando. Infatti pare certo l’addio del direttore d’orchestra di questa banda,
ovvero mister Spalletti. E non è detto che anche alcuni pezzi pregiati prendano
il largo perché attirati dagli occhi luminosi e sensuali di sirene inglesi. A volte
viene da chiederci… ma come mai in Inghilterra si spende e da noi tanta
attenzione ai bilanci? Non devono anche loro rendere conto del famoso Fair
Play finanziario? In tanti se lo chiedono, ma evidentemente lassù sul monte
Olimpo della Uefa pensano che una Champions senza Manchester City,
Liverpool o PSG non avrebbe lo stesso sapore, senza dei non ci può essere un
pantheon!
Quindi per ora ponendoci meno interrogativi possibili godiamoci il circo
pirotecnico del calcio mercato. Già si profila un Milinkovic Savic con i colori
rossoneri o nerazzurri, non quelli della Dea, ma della seconda squadra di
Milano. Dopo anni Lotito sarebbe disposto a privarsi del suo gioiello a prezzi
ragionevoli, perché altrimenti nel 2024 potrebbe addirittura perderlo a zero.
Molto probabilmente il talento serbo potrebbe lasciare il Belpaese solo per una
squadra estera disposta a sborsare quaranta milioni di euro, oppure a gennaio
2024 altri team disposti ad offrire ingaggi a due cifre.
Per quanto possa essere abile Marotta non potrebbe ripetere le magie ( se poi di
magie e non di magheggi si tratti) che ha compiuto per portare a prezzi
contenuti sulla sponda dei Navigli Correa e Gosens. Sono ancora in molti gli
increduli all’indomani del trasferimento del giocatore atalantino a cifre così
irrisorie, perché la Dea era solita vendere i propri talenti a prezzi che si
aggiravano intorno ai 20 milioni. Non poniamoci domande e stiamo a vedere in
attesa di salire anche poi sul carosello che più ci aggrada.