di Pierpaolo Di Carlo

I momenti spartiacque durante una stagione possono essere molteplici. Non è facile individuarli subito, perché molti tornano in mente solo quando ci si guarda indietro alla fine della corsa. Eppure, gli scontri al vertice della classifica danno sempre l’idea di un duello all’ultimo sangue per decidere chi sarà campione e, alla luce dei risultati dell’ultimo weekend calcistico, sembra chiaro più che mai quale sia la squadra più accreditata per il titolo. Certo, non bisognerebbe mai esultare prima di aver tagliato il traguardo, ma ci si può sempre fermare a riflettere sul perché ci sia una squadra favorita sulle altre. 

L’Inter, a differenza delle dirette avversarie, da ormai un mese spicca per continuità di risultati, riuscendo a prevalere sulle altre per cinismo e uscendo imbattuta dagli scontri diretti contro entrambe le inseguitrici. A Napoli e Atalanta, subito dietro la squadra di Inzaghi, è mancato esattamente questo aspetto durante la stagione e nell’ultimo periodo: la capacità di realizzare delle strisce di risultati convincenti. 

Questo tipo di costanza, determinante per raggiungere vittorie prestigiose, è figlia sia di tecnicismi che ormai fanno parte del genoma dei calciatori interisti, sia di aspetti come la consapevolezza della propria forza e la fiducia di un ambiente compatto come pochi. Probabilmente, se le squadre dietro la capolista avessero avuto questi elementi ben chiari fin dall’inizio della stagione, avremmo potuto assistere a un campionato ancora più combattuto.

Secondo Rocky Balboa, “è finita si dice alla fine”. Forse, se Napoli e Atalanta facessero proprio questo motto, avremmo la possibilità di goderci una corsa scudetto fino all’ultima giornata. Questo, però, solo a patto che l’ultimo weekend non si riveli uno spartiacque della Serie A di quest’anno, perché in quel caso sarebbe davvero finita.